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Cos’è l’analisi transazionale

Definizione del modello Genitore-Adulto-Bambino di Eric Berne e delle due principali regole dell'Analisi transazionale,
Articolo pubblicato il: 18/05/2022

Premessa

L’Analisi Transazionale, è una teoria psicologica, elaborata da Eric Berne negli anni 50.

E’ finalizzata ad aiutare le persone a conoscere, capire ed eventualmente modificare i propri comportamenti.

L’Analisi Transazionale comprende:

  • l’Analisi strutturale;
  • l’Analisi delle transazioni (analisi transazionale propriamente detta);
  • lo studio delle strutturazione del tempo (in particolar modo dei Giochi);
  • lo studio dei Copioni.
Foto dello psicologo Eric Berne

Im questo articolo vengono trattati solo i primi due aspetti.

Gli stati dell’io

Grafico del Modello GAB, formato da te cerchi sovrapposti, contenenti ciascuno uno dei tre stati dell'io
Modello GAB – Immagine tratta dal libro “Io sono ok, tu sei ok”, di Thomas A. Harris

L’oggetto primario dell‘Analisi transazionale è lo studio degli “Stati dell’io“, definiti da Berne come un insieme di comportamenti, pensieri ed emozioni tra loro collegati.

Ogni essere umano presenta tre tipi di stato dell’io:

  • Il Genitore (G), suddiviso nel Genitore Affettivo (o amorevole) e nel Genitore Normativo (o Critico);
  • l’Adulto (A);
  • il Bambino (B), suddiviso nel Bambino Adattato e nel Bambino Libero.

Ogni nostro comportamento, pensiero o emozione avviene all’interno di uno dei tre stati. Avere consapevolezza dell’esistenza e delle caratteristiche di ciascuno stato ci permette di:

  • utilizzare quello più appropriato in un dato momento;
  • riconoscere quale stato è attivo nel nostro interlocutore ed interagire in modo appropriato,

Iniziamo a riconoscere gli Stati dell’io

Immaginiamo di camminare lungo un marciapiede in una giornata di pioggia, davanti a noi cammina un’altra persona. All’improvvisto un’auto passa sopra una pozzanghera schizza d’acqua noi e l’altra persona. Quest’ultima, per scansarsi, scivola e cade a terra.

  • Immediatamente andiamo a porgere aiuto: “Aspetti, l’aiuto. Tutto bene?”. Siamo entrati nello stato dell’io Genitore (per l’esattezza, del Genitore “affettivo”).
  • L’altra persona si rialza e ci assicura che va tutto bene. Finita la piccola emergenza, prestiamo attenzione ai nostri abiti bagnati di acqua sporca, avvertiamo tutto lo sgomento e l’imbarazzo dovuto a questa sgradevole situazione e pensiamo: “Povero me, guarda come sono ridotto”. Siamo entrati nell’ stato dell’io Bambino.
  • subito dopo il nostro pensiero va al guidatore che ha causato tutto ciò e ci sentiamo pervadere da un sentimento di collera: “Ma è il modo di guidare? Non l’ha vista la pozzanghera? Non poteva andare più piano? Se mi capita a tiro, gliene dico quattro!”. Adesso siamo passati nello stato dell’io definito Genitore (in particolare del Genitore “normativo”).
  • Infine ci poniamo delle domande su come uscire dalla fastidiosa situazione: “E adesso cosa faccio? Qual è la reale entità del danno? Quanto tempo impiegherei a tornare a casa a cambiarmi? O resto così e pazienza? Oppure entro in un negozio e prendo degli abiti puliti? Ho soldi con me?”. Siamo passati allo stato dell’io definito Adulto.

Come avrebbe reagito ciascuno di noi in questa situazione? Si sarebbe manifestato il Genitore amorevole verso l’altra persona? O si sarebbe manifestato prima di tutto il Genitore normativo, che criticava il guidatore imprudente? O si sarebbe manifestato invece il Bambino, che sarebbe rimasto a rimuginare sul fatto che le strade dovrebbero essere senza pozzanghere e che la giornata stava andando di male in peggio?

Analisi strutturale

L’Analisi strutturale esamina gli elementi che compongono e caratterizzano i diversi Stati dell’io e come questi operano nella “comunicazione interna” del singolo individuo (dinamiche intrapsichiche).

Genitore affettivo

Lo “stato dell’io Genitore affettivo” si contrappone al “genitore normativo” ed è associato a sentimenti di amore, gentilezza, compassione e sostegno.

Lo stato dell’io genitore amorevole riflette il desiderio e la capacità di fornire conforto, supporto emotivo e approvazione positiva nei confronti di se stessi e degli altri.

Questo stato dell’io si basa sull’accettazione incondizionata, sull’empatia e sulla capacità di relazionarsi in modo positivo, contribuendo a promuovere relazioni interpersonali sane e costruttive.

Genitore normativo

Lo “stato dell’io genitore normativo” rappresenta l’insieme delle regole, dei valori, delle norme e dei modelli comportamentali acquisiti durante l’infanzia dal contatto con l’autorità genitoriale.

Lo stato dell’io genitore normativo si caratterizza per le credenze e gli atteggiamenti interiorizzati dai genitori o figure di autorità significative (figure genitoriali). Questi possono includere regole morali, sociali e comportamentali che vengono trasmessi e assimilati durante l’infanzia.

L’individuo tenderà a riflettere questo stato dell’io nei suoi comportamenti e nelle sue interazioni sociali, applicando in modo autoritario le norme e i modelli acquisiti.

Aspetti positivi del Genitore Normativo

Possiamo immaginare il Genitore normativo come un enorme insieme di “registrazioni” contenute nel cervello di una persona di ciò che da bimbo ha visto fare o udito affermare da parte delle figure genitoriali nei primi cinque anni di vita. Tale periodo precede la nascita sociale dell’individuo, con l’ingresso nella scuola.

L’aspetto positivo consiste nel fatto che queste registrazioni (che comprendono i dogmi, i principi, i divieti. ma anche il “modo giusto” per fare qualcosa), vanno a formare un corredo di mappe che aiuteranno la persona:

  • salvaguardandolo dai pericoli (“Guarda prima di attraversare la strada. Non accettare caramelle dagli sconosciuti…”),
  • preparandolo alla vita sociale (“quando incontri una persona che conosci, salutala”, “mastica con la bocca chiusa”),
  • fornendogli dei criteri su ciò che è giusto e sbagliato (“tutte le persone hanno gli stessi diritti”, “è giusto aiutare le persone in difficoltà”).

Aspetti negativi del Genitore Normativo

L’aspetto negativo è che le mappe NON SONO Il territorio. Ovvero gli insegnamenti ricevuti dalle figure genitoriali non sono la verità assoluta, ma la loro soggettiva esperienza del mondo. Inoltre, per quanto validi quando vennero acquisiti, applicati oggi potrebbero risultare svantaggiosi o addirittura dannosi (come una mappa delle strade di una città, non più aggiornata da molti anni).
Non solo, il Genitore normativo non si basa su quanto avviene qui e ora (compito dell’Adulto), ma sulle regole non criticabili impartite alla persona, quand’era molto piccola (e di certo non si poteva permettere il lusso di mettere in discussione quanto impartito dai genitori).
Su ciò che riguarda: bene/male; giusto/ingiusto; si può/non si può; si deve/non si deve; bisogna/non bisogna, le mappe nel Genitore normativo sono quindi pre-giudizi.

Come si manifesta il Genitore normativo da adulti

in età adulta, quando si trova nello stato dell’io Genitore normativo, una persona pensa, agisce, parla e reagisce proprio come facevano le sue figure genitoriali quando era piccolo:

  • nel rapporto con le altre persone il Genitore normativo si manifesta quando si deve insegnare qualcosa a qualcuno in modo autoritario (ai figli, ai dipendenti…). Inoltre, nel dibattito con altre persone, non aiuta la discussione (piuttosto la danneggia), perché basato su pregiudizi non discutibili/criticabili.
  • nel dialogo interiore di una persona assume le funzioni di una coscienza, “sgridando” il Bambino che non si comporta come “dovrebbe”. Per questo motivo, il Genitore normativo è conosciuto anche con il nome di giudice interiore. Che ha un ruolo positivo quando funziona da richiamo a principi etici, ma dannoso quando esprime giudizi non discutibili/criticabili (inappellabili) sull’operato o le capacità della persona.

Adulto

Lo “stato dell’io Adulto” è associato alla razionalità, all’analisi oggettiva, alla valutazione critica e alla presa di decisioni consapevoli basate sulla realtà attuale.

E’ caratterizzato dalla capacità di pensare in modo obiettivo, analizzare le situazioni in modo logico e adottare un approccio pragmatico alle questioni. A differenza degli stati dell’io Genitore e Bambino, lo stato dell’io Adulto si focalizza sul presente e si basa su informazioni attuali anziché su schemi passati o emozioni infantili.

Aspetti positivi dell’Adulto

L’Adulto svolge una importante mediazione tra le istanze del Genitore e quelle del Bambino:

  • in questa circostanza, il mio Genitore ha ragione?
  • in questa circostanza, le esigenze che il mio Bambino manifesta, possono essere soddisfatte?

Aspetti negativi dell’Adulto

Anche l’adulto presenta un aspetto negativo, ovvero la cosiddetta “risposta esasperante”. Ne parlerò nell’ambito delle Transazioni incrociate, più avanti.

Bambino

Nello stato dell’io Bambino una persona sente, agisce, parla e reagisce proprio come quando era di fatto un bambino o una bambina.

Il Bambino non è considerato “puerile” o “immaturo” (che sono aggettivi usati dal Genitore), ma proprio e solo “bambino”, cioè come un bambino di una età che varia, in circostanze normali, dai due ai cinque anni.

Lo stato dell’io Bambino è associato all’esperienza emotiva, ai ricordi dell’infanzia, alle emozioni, all’immaginazione e alle reazioni spontanee e istintive.

Come nel caso del Genitore, anche lo stato dell’io Bambino può essere suddiviso in due sotto-stati: il “Bambino adattato” e il “Bambino libero”. Il primo riflette le risposte condizionate e le reazioni secondo le aspettative esterne o interiorizzate, mentre il secondo si manifesta in modo spontaneo, creativo e autentico. Questa distinzione non è rilevante ai fini di questo articolo e non verrà ulteriormente approfondita.

Aspetti positivi del Bambino

Il Bambino è una componente “essenziale” della persona:

  • è la sede degli stati d’animo: emozioni (passione, odio, paura, gioia, dolore, piacere) e sentimenti;
  • è curioso, esploratore, creativo, spensierato, gioioso. Corre, salta, gioca, grida, tocca, sbatte, si diverte, si esprime con il movimento;
  • è sede della insicurezza e del senso di inadeguatezza (i genitori sono OK, io sono NON OK);

Aspetti negativi del Bambino

Il Bambino è istintivo, guidato dal desiderio del piacere ed egoista, vuole e vuole subito, con ogni mezzo; un piccolo tiranno, un po’ come la Regina di cuori nel film d’animazione Disney “Alice nel paese delle meraviglie”.

La formazione degli stati dell’io

La loro formazione degli stati dell’io avviene già dalla prima infanzia.

Prima ancora che il bimbo (userò il termine “bimbo” per indicare un soggetto -invece che “bambino”- per evitare di confonderlo con lo Stato dell’io Bambino) inizi a comprendere ed usare le parole, nello stato dell’io Bambino vengono registrate le sensazioni di piacere (ad esempio quando viene abbracciato dalla mamma) e dispiacere (ad esempio quando ha fame o è stanco).

Nella primissima infanzia il bambino scopre se stesso e il mondo: impara a usare le mani per afferrare le cose, impara a usare la voce, poi impara a gattonare e a camminare. Tutte le sensazioni di gioia per le nuove scoperte sono registrate nello stato dell’io Bambino. I genitori soni sempre presenti e soccorrevoli, lo sfamano e lo coccolano, lo confortano quando piange o si fa male,

Questi comportamenti dei genitori soccorrevoli viene registrato nello stato dell’io Genitore amorevole.

Con la crescita e la possibilità di muoversi, ha inizio il processo educativo del bimbo, arrivano gli insegnamenti e i primi divieti: “no, non si tocca!”. In questo modo il bimbo apprende dai genitori (e anche dalle altre figure genitoriali: i nonni, gli educatori, ecc.) un serie di norme: come ci si deve comportare quando si è con altre persone, quali sono le regole igieniche, quali sono i rischi da evitare, quali sono i doveri da rispettare e così via.

Rispetto a tali norme, il comportamento del bambino viene premiato (ad esempio sotto forma di elogio: “Bravo, hai fatto bene”) quando è conforme, o punito (“Vai in camera tua, in castigo!”) in caso contrario.

L’adeguamento alle norme da parte del bambino non è facile ed è normale che i genitori si si trovino a dover ripetere una data norma più e più volte. E ciò può scatenare dei comportamenti esasperati: “Ancora? Ma devo ripeterti sempre le stesse cose? Possibile che tu non riesca…”.

Tutti gli insegnamenti ricevuti vengono registrati nel Genitore normativo (del bimbo). Contemporaneamente, lo stato d’animo conseguente a premi e punizioni viene registrato nel Bambino (sempre del bimbo). Nel caso di un premio, si sentirà adeguato alle aspettative che i genitori hanno su di lui e ne sarà felice (“ok”), in caso contrario si sentirà inadeguato e quindi infelice (“non-ok”). Più il rimprovero ha toni accesi (la classica “sgridata”) tanto più nel Bambino sarà registrata una sensazione non-ok.

Distinzione tra il modello G-A-B e il concetto di Es, Io e Super-Io di Freud

La distinzione tra il modello G-A-B (Genitore-Adulto-Bambino) di Eric Berne e il concetto di Es, Io e Super-Io della teoria freudiana risiede nelle differenti prospettive e approcci psicologici adottati dai due autori.

Nella Analisi Transazionale di Berne, il modello G-A-B rappresenta una triade delle parti funzionali dell’io, dove il Genitore corrisponde agli insegnamenti e condizionamenti ricevuti durante l’infanzia, l’Adulto rappresenta la razionalità e analisi obiettiva, mentre il Bambino rappresenta le emozioni e le esperienze infantili interiorizzate.

Da parte sua, la teoria freudiana distingue tra tre strutture della persona: l’Es, che rappresenta i desideri istintuali e le pulsioni biologiche, l’Io, che funge da mediatore tra l’Es e il mondo esterno, e il Super-Io, che incorpora i valori morali e le norme sociali internalizzate.

In pratica, mentre il modello G-A-B di Berne si focalizza sulle dinamiche relazionali e comportamentali tra le parti funzionali dell’io, il modello Es, Io e Super-Io di Freud si concentra sul conflitto tra desideri inconsci, coscienza e idealismo morale.

Analisi transazionale

L’Analisi transazionale esamina come gli Stati dell’io intervengono nella relazione con le altre persone.

L’unità del rapporto sociale si chiama transazione.

Se due o più persone si incontrano in un ambito sociale, prima o poi qualcuno (agente o colui che agisce) si deciderà a parlare o a dar segno in qualche modo di essersi accorto della presenza delle altre persone.

Questo è lo stimolo transazionale (stimolo).

L’altro (colui che reagisce), o gli altri, diranno o faranno qualcosa che sarà in qualche modo in rapporto con lo stimolo: e questa è la reazione transazionale (reazione).

L’analisi transazionale, nella sua forma più semplice, si preoccupa di diagnosticare quale stato dell’io ha provocato lo stimolo transazionale e quale ha messo in moto la reazione transazionale.

Da quanto abbiamo detto finora, in un rapporto fra due persone sono coinvolti sei stati dell’io, tre per ogni persona, come risulta dalla figura:

Esempio di diagramma transazionale
Esempio di diagramma transazionale

Poiché gli stato dell’io differiscono tra loro proprio come le persone reali, è importante sapere quale stato dell’io agisce in ognuna delle due persone quando ha luogo il rapporto. Ciò che accade può essere dunque rappresentato da frecce tracciate fra i due soggetti del diagramma:

Esempio di diagramma transazionale con frecce parallele
Esempio di diagramma transazionale con frecce parallele

Transazioni complementari

Nelle transazioni più semplici le frecce risultano parallele, e queste sono le transazioni complementari.

Esempio di Transazione Adulto-Adulto:

  • Il chirurgo (agente), ricavando dai dati a sua disposizione che gli occorre un bisturi, tende la mano senza distogliere l’attenzione dal punto dove deve incidere e dice: “Bisturi”.
  • L’assistente (colui che reagisce) prende il bisturi, calcola energie e distanze e piazza l’impugnatura del bisturi nel punto esatto in cui il chirurgo se l’aspetta, esercitando pressione sufficiente affinché il chirurgo ne percepisca la posizione senza necessità di guardare la propria mano.

Esempio di Transazione Bambino-Genitore:

  • Il bimbo febbricitante chiede un bicchiere d’acqua
  • La madre che lo assiste glielo porta.

La prima regola della comunicazione in Analisi Transazionale afferma che:

Fino a quando le transazioni rimangono complementari, con frecce parallele, le comunicazioni possono continuare all’infinito.

Transazioni incrociate

Il genere di transazioni che causa guai è la transazione incrociata.

L’esempio classico fornito da Berne è quello del marito che si rivolge alla moglie che sta nell’altra stanza: “Cara, dove sono i miei gemelli?” (uno stimolo dell’Adulto che vuole ricavare informazioni).

Una reazione complementare da parte della moglie sarebbe: “In alto a sinistra nel tuo cassettone”, oppure “Non li ho visti, ma ti aiuto a cercarli”.

Tuttavia, se la “cara” moglie ha avuto una giornata difficile e urla: “Proprio dove li hai lasciati l’ultima volta!”, l’esito è una transazione incrociata: lo stimolo proveniva dall’Adulto, ma la moglie ha trasferito la reazione al Genitore:

Diagramma con transazione incrociata AA-GB
Diagramma con transazione incrociata AA-GB

La seconda regola della comunicazione in Analisi Transazionale afferma che:

Quando stimolo e risposta si incrociano sul diagramma transazionale del G-A-B, la comunicazione si interrompe.

Marito e moglie non possono più parlar dei gemelli di lui; prima devono stabilire perché lui non rimette mai niente a proprio posto.

Dato che il marito le si rivolgeva a voce alta (essendo nell’altra stanza), la reazione di lei avrebbe potuto essere dettata dal Bambino (“Perché ti devi sempre rivolgere a me gridando?”). Anche in questo caso la comunicazione sarebbe finita in un vicolo cieco:

Diagramma con transazione incrociata AA-BG
Diagramma con transazione incrociata AA-BG

In sintesi

Se il tuo interlocutore reagisce a una tua frase in un modo che non ti saresti aspettato, significa che sta incrociando la transazione (e con ogni probabilità ti sta “aggredendo” con una risposta G-B). A questo punto, la consapevolezza del modello G-A-B ti dovrebbe permettere di gestire la tua reazione. Invece che reagire istintivamente in modalità G-B (e avviare un litigio), potresti domandarti che cosa è successo (in termini di transazioni e stati dell’io coinvolti) subito prima della tua frase che ha fatto reagire l’interlocutore e a quel punto rispondere allo stimolo originale con una transazione complementare. In ogni caso puoi riprendere il controllo della conversazione con una transazione complementare alla reazione dell’interlocutore che ti ha spiazzato.

L’incrocio B-G / A-A, ovvero la “risposta esasperante”

Può succedere che una persona si rivolga a te confidandoti un suo problema. Si tratta di una transazione B-G, ovvero suo Bambino (B) sconfortato si sta rivolgendo al nostro Adulto amorevole (G), aspettandosi una risposta complementare G-B, come una compartecipazione al suo momento di difficoltà (carezza psicologica, come dire: “capisco”, “mi dispiace” o abbracciare l’altra persona). Se la tua risposta è invece un tentativo di trovare una soluzione al suo problema (quindi sarà del tipo Adulto-Adulto), la transazione si incrocia (al suo stimolo B-G rispondi A-A), provocando molto probabilmente una reazione risentita di tipo G-B: “Ma cosa credi, che non sappia risolvermi da solo i miei problemi”, che incrocia a sua volta la transazione (al tuo stimolo A-A l’altra persona risponde G-B).

La tua ulteriore risposta determina come andrà il resto della discussione: se rispondi “Hai ragione, scusami” (stimolo G-B / risposta B-G) la transazione è complementare e si potrà procedere, in virtù della prima regola dell’AT. Se invece, a tua volta risentito dalla reazione dell’altra persona al tuo “ragionevole” suggerimento rispondi “Allora non capisco cosa vuoi da me. Perché mi parli del tuo problema se poi ti offro una soluzione e tu ti inalberi?”, stai ancora una volta incrociando al transazione (stimolo G-B / risposta G-B), creando i presupposti per un litigio bello e buono, alla fine del quale tu sarai accusato di insensibilità e l’altra persona di essere irragionevole.

La caratteristica della risposta esasperante, tipica dell’Adulto, è che, a fronte di una richiesta implicita che sta sul piano della relazione (“confortami”), fornisce una risposta sul piano del contenuto (“ecco come risolvere il problema”). Questa risposta non fornisce all’interlocutore ciò di cui aveva bisogno, ovvero una carezza psicologica, esasperandolo. L’incrocio successivo A-A / G-B è la classica reazione del Bambino non ok che intercetta tutte le palle.

Quando un genitore grida

Verrebbe da pensare che l’alzare la voce o addirittura il gridare sia un atteggiamento che proviene dal Genitore. Non è così. Il Genitore è un database di mappe, assomiglia più a un monaco buddista che a una persona che grida. Il padre che rimprovera il figlio urlando, invece che spiegando, è una persona esasperata, probabilmente perché costretta a ripetere più e più volte la stessa cosa. L’esasperazione è uno stato d’animo del Bambino, perciò un adulto che grida è in uno stato dell’io Bambino che sta agendo da Genitore.

Curiosità

Il contributo di Penfield

Wilder Penfield (1891 – 1976) è stato un neurologo canadese. E’ stato tra i primi ad applicare la stereotassi, tecnica che consiste nello stimolare selettivamente zone assai piccole di tessuto nervoso cerebrale per mezzo di elettrodi.

Applicando questa tecnica fece una sorprendente scoperta: la stimolazione di determinate aree cerebrali provoca la rievocazione di ricordi, ossia può far rivivere con grande chiarezza avvenimenti del tutto dimenticati, talvolta con le sensazioni (suoni, odori,…) ad essi associati

(il testo in questo riquadro è tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Wilder_Penfield).

Sulla base ai suoi studi, Penfiled concluse che:

  • il cervello funziona come un registratore a nastro ad alta fedeltà;
  • gli stati d’animo associati ad esperienze trascorse sono anch’essi registrati e legati inestricabilmente a dette esperienze;
  • queste esperienze registrate ed i sentimenti associati ad esse possono essere rievocati oggi nella stessa forma incisiva in cui avvennero.

(il testo in questo riquadro è tratto dal libro “Io sono ok, tu sei ok” di Thomas Harris – alle pagg 37 e 38 nella quarta edizione bestBUR del 2015).

Cinema

Inside Out e i ricordi con i colori delle emozioni

Trailer del film Inside Out

Chi ha visto Inside Out, il film di animazione sulla mente umana, ricorderà che le esperienze vissute da Riley (la ragazzina protagonista) vengono salvate nella memoria con il colore di una delle cinque emozioni principali.

Gli stati dell’io in Harry Potter

Nella saga di Harry Potter i tre protagonisti principali rappresentano i diversi stati dell’io. Analizziamo una situazione emblematica tratta dal primo libro:

Video tratto dal film “Harry Potter e la pietra filosofale” del 2001, diretto da Chris Columbus.
PersonaggioFotoCosa dice nel filmatoCaratteristiche del personaggio
HermioneE’ un po’ presto per la posta, no?Miss perfettina, sa tutto, conosce tutte le regole e le osserva scrupolosamente, inoltre pretende che le osservino anche i suoi amici.
Rappresenta lo stato dell’io Genitore (normativo).
HarryMa io non ricevo mai posta.Vuole capire, pone domande, valuta le situazioni, prende decisioni.
Rappresenta lo stato dell’io Adulto.
RonDai, apriamo.E’ il più istintivo del gruppo, il più emotivo. Quando c’è da stupirsi o spaventarsi è quello che si stupisce o spaventa più di tutti gli altri.
Rappresenta lo stato dell’io Bambino.

Fonti

  • Il libro
  • Il libro “Analisi transazionale e psicoterapia” di Eric Berne è considerato un testo fondamentale nel campo della psicologia e della psicoterapia. Pubblicato nel 1961, Berne introduce il concetto di “transazioni” e spiega come le interazioni umane possano essere comprese e analizzate attraverso questa lente. La sua teoria dell’Analisi Transazionale ha avuto un impatto significativo sulla psicoterapia e sul modo in cui le persone comprendono se stesse e le loro relazioni con gli altri.
  • Il libro “A che gioco giochiamo?” di Eric Berne, pubblicato nel 1964, è un’opera fondamentale che presenta al grande pubblico i concetti chiave dell’Analisi Transazionale. Berne, psichiatra e psicoanalista, attraverso un linguaggio accessibile e coinvolgente, spiega come le interazioni umane possano essere comprese alla luce di schemi di comportamento, definiti “giochi psicologici”, che spesso ripetiamo inconsapevolmente.
    I temi dell’Analisi strutturale e Analisi transazionale sono trattati nei primi due capitoli del libro.
  • Il libro “Io sono ok, tu sei ok” di Thomas Harris è un bestseller che esplora il concetto di relazioni umane basate sull’accettazione reciproca e sull’empowerment individuale. Pubblicato nel 1967, Harris introduce il concetto di “Analisi Transazionale” e spiega come le persone possano raggiungere una comunicazione più efficace e relazioni più sane attraverso la comprensione di se stessi e degli altri. Attraverso esempi pratici e storie coinvolgenti, l’autore guida i lettori verso una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie relazioni, promuovendo un approccio positivo e costruttivo alla vita e all’interazione con gli altri.
  • Il libro “Ciao! …e poi?” di Eric Berne è un’opera che approfondisce il concetto di “transizione” nella vita delle persone. Pubblicato nel 1970, Berne esplora il significato e l’importanza dei momenti di passaggio e cambiamento nella vita di ciascuno di noi. Attraverso casi clinici, analisi psicologiche e riflessioni personali, l’autore ci guida nel comprendere come affrontare le transizioni in modo positivo e costruttivo, cogliendo le opportunità di crescita e cambiamento che possono derivarne.
    Il tema dell’Analisi transazionale è trattato nel capitolo “II – Principi di Analisi transazionale”.

Fonti

Copertina del libro "Analisi-transazionale e psicoterapia" di Eric Berne

Il libro Analisi transazionale e psicoterapia
di Eric Berne

Copertina del libro "A che gioco giochiamo?" di Eric Berne

Il libro "A che gioco giochiamo?"
di Eric Berne

Copertina del libro "Io sono OK, tu sei OK" di Thomas Harris

Il libro Io sono OK, tu sei OK
di Thomas A. Harris

Copertina del libro "Ciao! ...e poi?" di Eric-Berne

Il libro "Ciao!" ...e poi?"
di Eric Berne

Copertina del libro "L'arte d'intendersi - ovvero come imparare a comunicare meglio" di Vera F. Birkenbihl

Il libro L'arte di intendersi
di Vera F. Birkenbihl

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Scritto da: Alberto

Classe 1962, vivo da sempre a Padova. Ho lavorato nel settore dell'informatica fino al 2021 e da alcuni anni mi interesso di Web development. Mi riconosco negli ideali del Vangelo e in quelli della sinistra, così come li ha descritti Pier Luigi Bersani nella trasmissione "Vieni via con me".

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