Quando scegli i valori da inserire nel tuo credo, o individui dei comportamenti conseguenti a tali valori, sei sicuro che siano eticamente corretti?
Ad esempio, una persona potrebbe individuare come valore “il benessere comune” e considerare accettabile il “rubare ai ricchi per dare ai poveri”. Oppure potrebbe individuare come valore “la pace” e di conseguenza ritenere accettabile la “guerra preventiva”.
Viviamo in un’epoca di relativismo etico, per il quale non esiste un insieme universale e oggettivo di norme morali che valgono per tutti, e di soggettivismo, in cui le norme morali dipendono unicamente dalle opinioni personali e soggettive delle persone.
Se ciò che è giusto o sbagliato è determinato dalla percezione individuale e non esiste un insieme oggettivo di norme morali universali, come è possibile definire cosa è bene e cosa è male? Ciò che è male per me potrebbe essere bene per te.
Io ho adottato un metodo che chiamo “verifica ecologica“: estremizzo un concetto e mi domando “se tutti si comportassero in questo modo, il mondo sarebbe migliore o peggiore?”. Se tutti rubassero a chi ha di più per dare a chi ha di meno, il mondo sarebbe migliore? Se tutti aggredissero per primi, per paura di essere aggrediti a loro volta, il mondo sarebbe migliore?
Un secondo modo per valutare la correttezza etica di un principio consiste nel domandarsi: “questo principio è a favore della vita e del benessere di tutti, oppure solo di alcuni, oppure solo mio?”.
Il terzo modo, sicuramente il più semplice ed efficace da applicare, è quello della regola d’oro, che nella sua forma negativa recita: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”, mentre nella forma positiva dice: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”.
La regola d’oro è un principio etico universale, che si ritrova in molte religioni e filosofie del mondo, ed è un valido strumento per vagliare se i propri valori sono orientati al bene oppure no.