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Evitare i rimproveri che guardano indietro

I rimproveri che guardano indietro puntano il riflettore sul colpevole, i rimproveri che guardano avanti invece sui comportamenti da evitare.
Articolo pubblicato il: 26/09/2024

Le persone agiscono guidate dai valori o dai bisogni. I bambini agiscono guidati dai bisogni, che non sono “giusti” o “sbagliati”: sono bisogni e basta.

Il bambino, soprattutto quando è molto piccolo, avverte un bisogno, agisce per soddisfarlo e a volte così facendo contravviene alle regole fissate dai genitori e riceve un rimprovero. Ci sono due tipi di rimprovero:

  • Rimproveri che “guardano indietro”
  • Rimproveri che “guardano avanti”

Rimproveri che “guardano indietro” (ricerca del colpevole: la caccia alle streghe)

“Hai fatto così-e-così. Sei un bambino cattivo”.

Se la correzione “guarda all’indietro” si concentra su ciò che è avvenuto (e che ormai non si può più cambiare), giudica la persona e non il gesto  e trasmette al bambino il messaggio “c’è qualcosa di sbagliato in te” (ovvero: sei “non-ok”). Questo approccio, che è già di per sé inefficace, viene spesso adottato dai genitori che “guardano indietro” assieme ad altri due atteggiamenti che non influenzano positivamente l’autostima del bambino:

  • il senso di colpa: “hai fatto stare male il papà/la mamma”, “quando fai così fai piangere Gesù”, “è così che ci ricompensi per tutti i sacrifici che abbiamo fatto per te?”.
  • la “cacciata dal paradiso”, nelle sue diverse varianti:  “adesso il papà/la mamma non ti vuole più bene” (è niente è più terribile per un bambino piccolo, dell’idea di perdere l’affetto dei genitori); “adesso viene il lupo cattivo e ti mangia”; “adesso andrai all’inferno”; “adesso Gesù non ti vuole più bene”; “vattene”; “vai in camera tua e non farti più vedere”.

Anni addietro era presente in internet una versione digitale del libro “Manuale della mamma ebrea“, di Dan Greenburg, dove venivano esasperati, e quindi resi ridicoli, entrambi questi atteggiamenti. Ora il link non è più funzionante, ma ti invito a cercare questo libro (se te la cavi con l’inglese, puoi trovare su ibs.it la versione in lingua originale), di cui riporto di seguito lo stralcio “Come comportarsi quando sorprendi tua figlia a pomiciare in salotto” (la traduzione è di Marilì Cammarata).
Il libro è davvero acuto e divertente, come fa intuire la frase rivolta ai lettori dall’autore: “Credetemi, non vorrei per un attimo rovinarvi il divertimento, ma se non aveste speso soldi per questo libro e li aveste mandati nel Terzo Mondo, un bambino povero avrebbe avuto sei pasti nutrienti”.

Come comportarsi quando sorprendi tua figlia a pomiciare in salotto

Aspetta finché il giovanotto è tornato a casa sua, vai nella stanza di tua figlia e dille:
— Miriam.
— Ciao, mamma!
— Miriam, ho visto tutto. Ho visto cosa stavi facendo giù in salotto.
— Ah.
— Miriam, chi te l’ha insegnato?
— Per l’amor del Cielo, mamma. Adesso sono grande.
— Miriam, noi siamo persone perbene. Abbiamo sempre cercato di insegnarti a fare la cosa giusta. Come puoi farci questo?
— Per l’amor del Cielo, mamma, lo stavo solo baciando…
— Lo sai che cosa farà tuo padre quando glielo dirò? Lo sai?
— No, ma… 
— Gli verrà un infarto, ecco cosa farà. Te lo garantisco. (mia nota: qui il senso di colpa: a tuo padre verrà un infarto per colpa tua)
— Guarda, mamma, che non sei obbligata a dirglielo…
— E non basta. Pensa solo a che cosa direbbero i vicini se lo sapessero.
— Guarda…
— Per questo ti ho fatto raddrizzare i denti? Per questo ti ho comperato le lenti a contatto? Per questo ho pagato un sacco di soldi affinché imparassi a parlare francese? (mia nota: ancora il senso di colpa: “è così che ripaghi i tuoi genitori?”)
— Mamma…
— Ah, non so cosa fare con te. (PAUSA). Mia figlia, una donna di strada. (PAUSA) Se tu  in fondo avessi un po’ di considerazione per i tuoi genitori faresti la sola cosa possibile.     
— Cioè?
— Lasceresti questa casa e non torneresti fino a quando non ridiventassi vergine. (mia nota: qui la cacciata dal paradiso)

Dan Greenburg – Manuale della mamma ebrea

Rimproveri che “guardano avanti” (ricerca della soluzione: evitare che si ripeta)

“Tu sei un bambino bravo. Ma questo tuo comportamento ha causato così-e-così. Forse tu non lo pensavi, ma adesso lo sai, quindi non farlo più.”

Il genitore parte dalla consapevolezza che il bambino è OK, ma ha compiuto una azione sbagliata. Viene giudicata l’azione, non la persona. Il bambino capisce che in quella circostanza si è comportato in modo sbagliato, ma che sostanzialmente è OK (l’affetto che i genitori hanno per lui non è a rischio).

Nel mondo del lavoro

Anche nel mondo del lavoro, nel caso in cui un sottoposto abbia compiuto un errore, il rimprovero che guarda indietro non garantisce che l’errore non si ripeta in futuro, ma garantisce piuttosto il risentimento del sottoposto che, non potendo ribattere apertamente, adotterà facilmente un atteggiamento aggressivo-passivo. Senz’altro più efficace è il metodo di coinvolgere il sottoposto in modo attivo nella soluzione, concordando con lui delle azioni sistematiche che prevengano il ripetersi dell’errore in futuro.

Fonti

Copertina del libro "How to be a jewish mother" di Dan Greenburg

Il libro "How to be a jewish mother"
di Dan Greenburg

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Scritto da: Alberto

Classe 1962, vivo da sempre a Padova. Lavoro nel settore dell'informatica e da alcuni anni mi interesso di Web development. Mi riconosco negli ideali del Vangelo e in quelli della sinistra, così come li ha descritti Pier Luigi Bersani nella trasmissione "Vieni via con me".

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