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Cos’è la reazione di lotta o fuga (fight or flight response)

Cos'è e come funziona la reazione di lotta o fuga e perché è importante nella vita quotidiana, nella gestione dei conflitti e dello stress.
Articolo pubblicato il: 17/09/2024

Il sistema limbico

Semplificando molto la cosa, possiamo suddividere il cervello umano in tre regioni:

  • Il NEOencefalo (o corteccia cerebrale): caratterizza l’homo sapiens ed è sede dei processi cognitivi.
  • Il PALEOencefalo (o cervello primitivo o cervello arcaico): è sede delle pulsioni innate, che servono ad assicurare l’auto-conservazione e la conservazione della specie.
  • Il Sistema Limbico, che collega le parti antiche e nuove del cervello; è sede delle emozioni e sentimenti (area del piacere, area del dispiacere, memorizzazione).

Talamo e Amigdala

Nel sistema Limbico risiede il Talamo, che ha il compito di raccogliere gli impulsi nervosi provenienti dai cinque organi di senso e smistarli alla corteccia cerebrale e all’Amigdala.

Sempre nel sistema Limbico risiedono due strutture a forma di mandorla che formano l’Amigdala, un “guardiano” il cui unico compito è quello di schiacciare il bottone di allarme non appena si accorge di un possibile pericolo per l’organismo (un forte rumore molto vicino, un veloce approssimarsi di un animale, una caduta, una scottatura e così via).

L’amigdala individua il possibile pericolo confrontando lo stimolo proveniente da uno dei cinque sensi con i ricordi piacevoli/ spiacevoli salvati nella memoria a lungo termine.

E’ da notare che l’amigdala interviene anche nel caso di stimoli che non riesca a classificare subito come noti o innocui (MSN – meccanismo di scoperta della novità), perché una percezione sconosciuta potrebbe comunque rappresentare un pericolo.

La Reazione di lotta o fuga

Quando il guardiano preme il bottone di allarme, l’organismo attiva la Reazione di lotta o fuga, che potremmo immaginare come la reazione che potrebbe avere una persona che si vede arrivare contro un’automobile (come nel film qui di seguito), o una gazzella quando un leone salta fuori da un cespuglio a due metri da lei. La Reazione di lotta o fuga infatti avviene in tutti gli animali vertebrati e nell’uomo.

Questa reazione è stata descritta per la prima volta da Walter Bradford Cannon.

Successivamente, Hans Selye l’ha collocata nella “Sindrome Generale di Adattamento”, di cui costituisce la prima fase, definita “Allarme”.

La fase di Allarme è a sua volta suddivisa in:

  • fase di shock, che corrisponde al momento in cui l’organismo viene in contatto con la minaccia (“stressor”);
  • fase di contro shock, che si caratterizza per l’attivazione di energie per far fronte allo stressor.
Car accident and lucky man – Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=GhkAuK8EtBQ

Come prende avvio la reazione di lotta o fuga: sistema SSMS e Asse HPA

Il meccanismo di innesco della Reazione di lotta o fuga agisce contemporaneamente sia per via nervosa, attivando il midollo surrenale tramite il Sistema Nervoso Simpatico (catena che prende il nome di Sistema SSMS), che ormonale tramite l’Asse HPA (Hypothalamic-Pituitary-Adrenal Axis):

  • La reazione inizia autonomamente nell’Amigdala, che innesca una risposta neurale nell‘Ipotalamo;
  • Sistema SSMS (Sistema Simpatico → Midollare del Surrene):
    • L’Ipotalamo, tramite il Sistema Nervoso Simpatico stimola il midollo delle ghiandole surrenali;
    • Il midollo rilascia catecolamine noradrenalina (che è un neuro-trasmettitore) adrenalina (un ormone);
  • Asse HPA:
    • Subito dopo, l’ipotalamo trasmette l’ormone CRH (corticotropin-releasing hormone) all’Adenoipofisi (il lobo anteriore dell’Ipofisi);
    • L’Ipofisi rilascia a sua volta la Corticotropina o ormone ACTH (Adreno Cortico Tropic Hormone) che entra nel circolo sanguigno e raggiunge non il midollo, bensì la corteccia delle ghiandole surrenali;
    • La corteccia rilascia l’ormone Cortisolo;
    • La presenza del Cortisolo nel sangue produce un feedback che informa l’ipotalamo e l’Ipofisi di non produrre più CRH e ACTH.

Cosa avviene nell’organismo dopo il rilascio di catecolamine e cortisolo

Con il rilascio nel sangue di adrenalina e cortisolo (detto “ormone dello stress”) causa numerose modificazioni al metabolismo. Di seguito vengono elencate le principali.

  1. passaggio dell’attività elettrica del cervello da una frequenza di 9/14 hertz (detta ritmo alpha) ad una frequenza di 15/30 hertz (detta ritmo beta), in pratica si pensa più in fretta. Il ritmo beta è associato a uno stato di maggiore attenzione, concentrazione e reattività, mentre il ritmo alpha è tipico di uno stato di rilassamento o quiete.
  2. dilatazione delle pupille (midriasi), così che non possa sfuggire alcun ulteriore segnale di pericolo;
  3. attivazione della “visione a tunnel”;
  4. perdita temporanea dell’udito;
  5. inibizione della salivazione;
  6. sospensione di tutti i processi fisiologici non indispensabili alla difesa dell’organismo (blocco della digestione, inibizione sessuale);
  7. aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa per trasportare più velocemente il sangue ai muscoli;
  8. dilatazione dei bronchi e aumento della frequenza respiratoria per arricchire il sangue di ossigeno;
  9. migliore irrorazione sanguigna dei muscoli (vasodilatazione);
  10. aumento della velocità di reazione muscolare (tensione dei muscoli);
    non sapendo ancora come reagire (attaccare? scappare? verso dove?), vengono attivati contemporaneamente tutti i muscoli, anche quelli tra loro antagonisti, e ciò genera il tremore tipico del rilascio di adrenalina (brivido). L’uomo del filmato fa prima un passo verso il muro (sa che la strada può essere pericolosa), ma l’istante dopo corre in direzione opposta, verso la strada;
  11. aumento dell’aggressività;
  12. mobilitazione delle riserve di zuccheri e grassi per aumentare la glicemia del sangue, in modo da poter affrontare un’eventuale azione muscolare prolungata;
  13. vasocostrizione cutanea e aumento della capacità di coagulazione del sangue, per limitare le perdite di sangue in caso di ferita;
  14. innalzamento della soglia del dolore, in modo da resistere a traumi fisici o sforzi più intensi di quanto sarebbe normalmente sopportabile (l’uomo del filmato si massaggia la gamba sinistra solo dopo essere ritornato “al sicuro” sul marciapiede;
  15. riflesso pilomotorio (piloerezione, “pelle d’oca”): gli animali con il pelo dritto sembrano più grossi;
  16. rilascio della vescica (stimolo a liberarsi dell’urina per alleggerire il corpo);
  17. contrazione del retto;
  18. maggior traspirazione, per disperdere il calore prodotto dall’attività fisica, con l’ulteriore vantaggio di rendere la pelle più scivolosa e quindi più difficile da afferrare;
  19. il controllo dell’organismo passa dalla corteccia cerebrale agli strati inferiori, primitivi, che sono straordinariamente più veloci nel reagire;
    Tanto più forte è la minaccia, tanto più vengono bloccati  completamente i processi del cervello pensante, perché anch’essi costano energie, ma soprattutto perché non sopravvengano inutili riflessioni a rallentare la reazione di sopravvivenza.

Approfondimento: cos’è l’Amygdala Hijack

Il meccanismo di esclusione della mente razionale durante la Reazione di lotta o fuga è noto con il nome inglese di Amygdala Hijack.

La sequenza passo-passo del processo è la seguente:

  1. Il talamo riceve gli stimoli dai cinque sensi;
  2. Il talamo invia gli stimoli all’amigdala;
  3. Il talamo invia gli stessi stimoli anche alla corteccia cerebrale;
  4. L’amigdala effettua una rapida valutazione delle minacce;
  5. Se rileva una minaccia, l’amigdala blocca la corteccia cerebrale (più lenta);
  6. La risposta è rapida e istintiva, non “ragionata”. In situazioni di emergenza, può salvare la vita o preservare l’integrità del corpo..

Sinonimi

La reazione di Lotta o fuga è conosciuta con diversi nomi:

  • Fight or flight response (FFR);
  • Vera Birkenbihl, nel libro “Stress & felicità” la definisce Reazione Di Orientazione (RDO), perché la prima azione compiuta, quando viene percepito il pericolo, è quella di guardare (orientare il capo) nella sua direzione;
  • primo stadio (“allarme”) della “sindrome generale di adattamento” descritta da Hans Selye;
  • Nella serie TV “Lie to me”, episodio 2×14, viene definita “reazione del guerriero” (ma non ho trovato ulteriori conferme di questo nome);
  • “Combatti o fuggi” o, con un gioco di parole, “battersi o battersela”.

Modi di dire legati alla Reazione di lotta o fuga

La primissima fase di percezione di una minaccia è una fase di sorpresa, o -meglio- di spavento (nella mimica facciale, le reazioni di sorpresa e paura sono molto simili). I modi di dire che sono riferiti al “prendere paura” nascono da reazioni dell’organismo che sono invece dovute alla predisposizione dello stesso per la lotta o fuga.

Fase di shock (sorpresa):

  • Ha sbarrato gli occhi per la paura: la dilatazione delle pupille serve per cogliere tutti i i segnali di pericolo;
  • Aveva la bocca secca per la paura: i fluidi servono a rendere il corpo scivoloso, perciò vengono risparmiati quelli non utili a questo scopo
  • Era paralizzato dalla paura: la prima reazione indotta dalla Reazione di lotta o fuga (dopo l’orientamento del capo) è il blocco di ogni azione, per concentrarsi sulla minaccia e per non attirare l’attenzione del potenziale aggressore con inutili movimenti (ad esempio, se la persona stava parlando o masticando, si interrompe immediatamente);
  • Tremava dalla paura: per l’attivazione contemporanea dei muscoli antagonisti;
  • Ha fatto un salto dalla paura: anche questa reazione è dovuta all’attivazione dei muscoli, in particolar modo quelli delle gambe, necessari alla fuga;
  • Gli sudavano le mani dalla paura: in realtà suda tutto il corpo;
  • Aveva la pelle d’oca per la paura: nei mammiferi che hanno il pelo, questa reazione serve per apparire più grossi e per aumentare la percettività tattile
  • Se l’è fatta sotto dalla paura: in caso di fuga, è bene rilasciare la zavorra non necessaria ed essere più leggeri
  • E’ diventato bianco dalla paura: a causa della vasocostrizione cutanea.

Le implicazioni nella vita quotidiana

Negli animali la Reazione di lotta o fuga interviene se l’organismo viene messo in pericolo, o se vengono minacciati i bisogni primitivi (gli animali lottano anche per avere accesso al cibo, o per il diritto di accoppiarsi).

Migliaia di anni fa, anche tu avresti potuto incontrare degli animali selvatici pronti a divorarti, in quel caso la Reazione di lotta o fuga ti avrebbe aiutato a sopravvivere.

Nel mondo odierno, la Reazione di lotta o fuga può presentarsi in situazioni meno pericolose. Ad esempio, se il tuo capo al lavoro ti chiede di andare nel suo ufficio, potresti pensare che ti voglia rimproverare (ricordati della storia del martello), siccome percepisci questa situazione come una minaccia, si innescherà la Reazione di lotta o fuga e ti sentirai sudare le mani: ti stai preparando a difendere le tue ragioni (ovvero a combattere).

L’essere umano è un organismo complesso, che ha bisogni complessi e la Reazione di lotta o fuga interviene non solo quando sono minacciati i bisogni relativi alla sopravvivenza fisica (per intenderci, i primi due livelli della piramide dei bisogni di Maslow), ma, in misura inferiore, anche quando vengono “attaccati” i bisogni dei livelli superiori. La reazione di lotta o fuga si attiverà perciò anche di fronte ad un pericolo solo immaginato, come nel caso del capufficio appena descritto, o nelle situazioni di conflitto verbale, quando litighi con un familiare, un collega, o uno sconosciuto che ti ha tagliato la strada in auto.

In tutti questi casi, se le regioni più “basse” del cervello (il Sistema Limbico) prendono il sopravvento, come prima descritto nel paragrafo sull’Amygdala hijack, non sarai in grado di ascoltare, chiedere o ragionare obiettivamente. Il tuo solo scopo sarà quello di “aver ragione” dell’altra persona e per far questo dirai e farai cose di cui, dopo, a mente fredda, potresti pentirti. Se cerchi Il modo migliore per gestire i conflitti, prova a leggere l’articolo “I livelli comunicativi di contenuto e relazione” in questo sito.

Fonti

  • Vera Birkenbihl – “L’arte di intendersi” – Capitolo “Parte III – Nuove riflessioni” – “Bio-logica/psico-logica”
  • Vera Birkenbihl – “Stress & felicità” – Capitolo “Parte III – Appendice” – “d. scheda di approfondimento: il cervello”
  • Università F. D’Annunzio – Chieti-Pescara – Corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche – Surrene-Stress-Adattamento

Fonti

Copertina del libro "L'arte d'intendersi - ovvero come imparare a comunicare meglio" di Vera F. Birkenbihl

Il libro L'arte di intendersi
di Vera F. Birkenbihl

Copertina del libro "Stress & felicità" di Vera Birkenbihl

Il libro Stress & felicità
di Vera F. Birkenbihl

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Scritto da: Alberto

Classe 1962, vivo da sempre a Padova. Lavoro nel settore dell'informatica e da alcuni anni mi interesso di Web development. Mi riconosco negli ideali del Vangelo e in quelli della sinistra, così come li ha descritti Pier Luigi Bersani nella trasmissione "Vieni via con me".

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