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I livelli comunicativi di contenuto e relazione

La conoscenza dei livelli comunicativi di contenuto e relazione descritti da Paul Watzlawick, permette di non cadere nella trappola del litigio.
Articolo pubblicato il: 13/11/2016

La conoscenza dei livelli comunicativi di contenuto e relazione descritti da Paul Watzlawick nel libro  “Pragmatica della comunicazione umana“, permette di non cadere inconsapevolmente nella trappola del litigio.

Questo è il video dell’intervento su come gestire i litigi all’iniziativa Tam Tam Talks di Generali Italia, dal titolo “Litigi, istruzioni per l’uso”. Di seguito il testo originale.

Caricare la molla

La storia del martello

Un signore vuole appendere un quadro, ma non ha il martello.
Così decide di farselo prestare dal vicino del piano di sotto.
Intanto che scende le scale, gli sorge un dubbio:
“E se il mio vicino non mi volesse prestare il martello?
Già ieri mi ha salutato appena.
Ma io non gli ho fatto nulla; è lui che si è messo in testa qualcosa”.
Intanto arriva, suona e pensa:
“Se qualcuno mi chiedesse un martello, io glielo darei subito.
E perché lui no?
Gente così rovina l’esistenza agli altri.”
Il vicino apre la porta e il signore esclama:
“Sa cosa le dico? Si tenga pure il suo martello, villano!”.

Questo racconto rappresenta una delle due cose da ricordare se si vogliono gestire i litigi, tra le mura di casa, nel traffico cittadino, o al lavoro.

Quando una persona fa tutta una serie di ragionamenti che alterano il suo stato d’animo, come nel caso del protagonista del racconto, diciamo che sta “caricando la molla”.

Chi di voi è diversamente giovane, come me, ricorderà le macchinine giocattolo a molla. Tu caricavi la molla girando la chiavetta e poi, appena le posavi per terra, schizzavano via a razzo.

Per le persone, caricare la molla corrisponde a caricarsi emotivamente.

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Nella mia esperienza ciò avviene soprattutto in tre situazioni:

– quando si pensa di aver subito un sopruso o di essere stati trattati ingiustamente, come nel caso della “storia del martello” (vale anche quando assistiamo ad un sopruso ai danni di una terza persona);
– quando una persona, già avvertita in precedenza, reitera un comportamento che noi riteniamo errato, come nel caso dei figli “disubbidienti” (“Ancora? Ma non ti ho già detto mille volte…”);
– di fronte alla maleducazione o alla mancanza di rispetto verso le persone o le cose degli altri.

Nel racconto, il protagonista ha collocato il vicino di casa in fondo ad una catena di ragionamenti di cui quest’ultimo è l’involontario protagonista, e alla fine se la prende con lui non tanto per qualcosa che ha fatto, ma per quello che ha pensato su di lui. Sono stare le supposizioni del protagonista a “caricare la molla”. Null’altro.

Contenuto e relazione

– Caro, ti piace la minestra?
– Veramente, la trovo troppo salata.
– Se tu mi amassi veramente, non disprezzeresti il mio modo di cucinare.

La comunicazione tra due persone avviene sempre su due livelli:

  • il livello del contenuto, espresso dal linguaggio verbale, le parole che vengono pronunciate,
  • e il livello della relazione, espresso dal linguaggio non-verbale, come il tono della voce, l’espressione del viso, eccetera.

Immaginiamo due persone sedute ad un tavolo e diciamo che il livello del contenuto è quello SOPRA il piano del tavolo; il livello della relazione invece è quello SOTTO.
La comunicazione avviene in contemporanea su entrambi i livelli: mentre sopra il tavolo ti dico qualcosa, sotto al tavolo esprimo come ti considero rispetto a me, qual è la nostra relazione. Ad esempio:

  • Se io ti dico: “scu-scusa, mi dai una mano per favore?” sul tavolo sto mettendo una richiesta di aiuto e sotto al tavolo ti sto ponendo in posizione di superiorità.
  • Se invece dico: “Mi dai una mano, per favore?” con un tono normale, sopra il tavolo non cambia niente, ma sotto al tavolo sto dicendo che ti considero alla pari.
  • Infine, se dico: “Mi dai una mano, PER FAVORE?” sotto il tavolo ti sto rimproverando: “Non vedi che sono in difficoltà? Possibile che tu non ti sia accorto da solo che ho bisogno del tuo aiuto?”.

Sotto il tavolo, quindi, ti abbasso.

Ora, se c’è una cosa che le persone fanno fatica ad accettare è proprio quella di essere trattati dall’alto al basso.

Lo chiamiamo essere permalosi, o essere suscettibili: appena qualcuno ci critica, o alza la voce con noi, sentiamo la necessità di reagire.

Come conseguenza:

  • finché siamo alla pari, posso restare concentrato sul livello del contenuto, mentre il livello della relazione rimane in sottofondo.
  • Ma non appena vengo abbassato, il livello della relazione diventa quello prioritario, vedo solo quello; il contenuto scompare. La sola cosa che mi interessa è di farti capire che tu non mi devi abbassare.

I due livelli della comunicazione –contenuto e relazione– sono la seconda cosa da ricordare per gestire i litigi.

Non solo: la consapevolezza dei due livelli ci può aiutare a venir fuori da situazioni dove contenuto e relazione sono mescolati assieme:
– Cara, io ti amo tantissimo e so sei una brava cuoca, molto più brava di me, ma questa minestra è proprio da gettare nel lavello.

La struttura del litigio

I litigi partono sempre da una molla carica.

Immaginiamo che io sia irritato perché siamo in ritardo e tu non sei ancora pronto.

La tensione emotiva dovuta alla molla carica fa sì che quando mi rivolgo a te, lo faccia con un tono di rimprovero: “E’ tardi, ti vuoi sbrigare?”.

A livello di contenuto ti sto chiedendo di fare più in fretta e a livello di relazione si sto abbassando. Quale livello prevale? Quello della relazione, il contenuto non lo vedi più. Perciò la tua risposta riguarderà la relazione e avrà un unico scopo: rovesciare le parti; abbassare me.

Ad esempio, potresti rispondermi: “Siamo un po’ nervosetti oggi, eh?”;
oppure, in modo meno diplomatico: “Cocco! Tranquillo!”.

[La precedente frase, presente nel testo originale, è stata sostituita da una improvvisazione sul palco, che riporto di seguito:
… io volevo stare sopra e adesso tu mi vuoi mettere sotto.
Questa è una cosa che si fa molto facilmente, adesso vi parlo del trucco di base, dei fondamenti del litigio.
Quando una persona ti mette sotto, il modo per accettare la posizione (restare sotto) è iniziare una frase con IO, ad esempio: “Si, guarda, finisco di vestirmi ed arrivo subito”.
Se invece vuoi rovesciare il rapporto e passare sopra, allora devi iniziare una frase con TU: “Perché, ti sembra che non stia già facendo abbastanza in fretta?”; oppure: “Siamo un po’ nervosetti oggi, eh?”; oppure, in modo meno diplomatico: “Cocco! Tranquillo!”. In tutti tre i casi sto parlando di te, ovvero ho iniziato una frase con TU.]

Io, che avevo già la molla carica, per giunta mi vedo anche abbassato e a questo punto libero la molla e faccio partire il litigio.

Non si litiga quasi mai per quello che viene detto, si litiga invece per il modo in cui viene detto, quando uno dei due fa passare il messaggio: “io sono migliore di te”.

Come gestire i litigi

Vediamo allora come gestire i litigi.
Io vi parlo di come evitarli, per farli nascere basta fare il contrario.

Primo caso: se sono io ad irritarmi, significa che sto caricando una molla.

Allora, invece che aggredire l’altra persona, mi fermo, riesamino il film che mi sono fatto in testa e che ha caricato la molla e poi lo spiego con calma all’altra persona, esprimendo il mio punto di vista e il mio stato d’animo.

Nel secondo caso, quando è l’altra persona che alza la voce con me, invece che rispondere a tono, mi fermo, ripesco il contenuto verbale della comunicazione e mi limito a rispondere a quello.

Il fatto che l’altra persona abbia alzato la voce, è dovuto ad una molla carica, perciò appena possibile sarà meglio parlarne con calma, altrimenti la situazione si ripresenterà in futuro.

Conclusione

Sono tecniche semplici, ma molto efficaci, la prossima volta che ne avete occasione, provate ad applicarle e vedrete che funzionano benissimo.

Questo è tutto. Spero di aver messo a vostra disposizione più opzioni di quelle che avevate a disposizione prima di oggi.

Perché, a conti fatti, avere più opzioni significa essere più liberi.

Grazie.

Fonti

La storia del martello e quella della minestra sono tratte dal libro "Istruzioni per rendersi infelici", dello psicologo Paul Watzlawick.

I due livelli comunicativi di contenuto e relazione sono descritti nel secondo dei cinque assiomi della comunicazione umana presentati nel libro "Pragmatica della comunicazione umana", anch'esso di Paul Watzlawick.

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Scritto da: Alberto

Classe 1962, vivo da sempre a Padova. Lavoro nel settore dell'informatica e da alcuni anni mi interesso di Web development. Mi riconosco negli ideali del Vangelo e in quelli della sinistra, così come li ha descritti Pier Luigi Bersani nella trasmissione "Vieni via con me".

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