Nel post Cos’è una mappa è stato descritto cosa si intende con il termine “mappa”.
La frase “La mappa non è il territorio” si deve al fondatore della semantica generale, Alfred Korzybski (1879-1950) e significa che si deve considerare la possibilità (meglio: che è importante essere consapevoli) che che la nostra idea della realtà sia una interpretazione soggettiva della realtà stessa e che questa interpretazione possa essere imprecisa, incompleta o addirittura distorta.
Se ne sei già consapevole (ovvero se già adesso sai che è inutile entrare in infinite discussioni pur di dimostrare che tu “hai ragione”), puoi passare ad altro, se invece la cosa ti risulta nuova e, tutto sommato, curiosa, puoi procedere.
Raramente mettiamo in discussione la precisione delle nostre mappe, di solito non siamo neppure consapevoli di averle. Semplicemente presumiamo che il modo in cui vediamo le cose sia il modo in cui esse sono.
Stephen R. Covey – “Le 7 regole per avere successo” (capitolo “Il potere di un paradigma”)
Di seguito sono descritti quattro motivi per cui le nostre mappe differiscono dalla realtà:
- la realtà è diversa dalla percezione della realtà;
- la realtà è diversa dalla rappresentazione interna della realtà;
- le mappe sono soggettive;
- le mappe sono parziali (limitate al minimo indispensabile).
Un quinto motivo, forse il più importante di tutti, è descritto in un post a sé stante: le mappe tendono a confermarsi.
La realtà è diversa dalla percezione della realtà (i cinque sensi sono traditori)
I cinque sensi sono gli strumenti che ci permettono di percepire la realtà e lo fanno al meglio delle loro possibilità.
Tuttavia la nostra percezione del mondo è soggetta a limitazioni di tipo fisico: sappiamo ad esempio dell’esistenza di ultrasuoni che il nostro orecchio non riesce a sentire e come ciò sia vero a sia livello oggettivo (nessuno riesce a percepire suoni oltre i 20.000 hertz) che soggettivo: le persone giovani sentono frequenze che gli adulti non percepiscono più (tant’è vero che è stata realizzata una suoneria non avvertibile dai professori…).
Allo stesso modo esistono forme d’onda che i nostri occhi non sono in grado di percepire (ad esempio l’infrarosso e l’ultravioletto).
Anche le sensazioni tattili non forniscono una completa percezione della realtà, Grazie all’opera del neurologo canadese Wilder Penfield, sappiamo che i nervi recettori del tatto hanno densità più alta nel viso e nelle mani, che risultano quindi maggiormente “sensibili” di altre parti del corpo (per maggiori informazioni cercare “homunculus sensitivo” su un motore di ricerca).
Esperimento sulla risoluzione tattile
Fai tu stesso un esperimento: chiudi gli occhi e fatti “pungere” sul dorso della mano da un amico con due matite poste a una distanza di pochi centimetri una dall’altra. Avvertirai distintamente i due contatti sulla pelle. Ora chiedi al tuo amico di ripetere l’operazione riducendo sempre più la distanza tra le due matite. Ad un certo punto (alla distanza di qualche millimetro tra le due matite) percepirai i due tocchi come un unico contatto. E’ stato superato il limite della tua risoluzione tattile.
Se fai lo stesso esperimento sulla schiena, scoprirai con sorpresa che già a poco meno di 4 cm di distanza fra le due matite non sei più in grado di distinguere se le matite che ti toccano sono due oppure è una sola.
(L’esperimento è descritto a pag. 35 del libro “Mente locale” di Tom Stafford e Matt Webb).
Ogni rappresentazione della realtà non è mai del tutto fedele alla realtà
Un uomo con un orologio sa che ore sono. Un uomo con due orologi non ne è mai sicuro.
Erich Segal
Non solo i cinque sensi, ma anche tutti gli strumenti che rappresentano la realtà sono soggetti a limitazioni.
Così come due orologi non segnano mai la stessa ora (la RAI forniva un servizio “ora esatta” che permetteva di “regolare gli orologi”), due stampe dello stesso negativo non risulteranno mai identiche, e ogni foto dopo un po’ di tempo risulterà più sbiadita che non all’inizio. Chiunque entri in un negozio di televisori noterà le diversità tra un video e l’altro (contrasto, saturazione, luminosità…). Ogni strumento di misura ha una “tolleranza” che ne indica la precisione, ovvero l’errore massimo rispetto alla “realtà”, compresi i tachimetri installati sulle auto, gli Autovelox prevedono una tolleranza addirittura del 5% sulla velocità misurata.
La realtà è diversa dalla rappresentazione interna della realtà
Ci sono tre processi automatici del nostro cervello che “alterano la realtà”:
- La cancellazione
- la generalizzazione
- la deformazione
Per un approfondimento, vedere il capitolo “Modelli e terapia” del libro “La struttura della magia” di Richard Bandler e John Grinder (per quanto sia piuttosto datato e sia stato scritto da psicologi per altri psicologi, è un libro ricco di spunti veramente interessanti).
La cancellazione
Proprio mentre stai leggendo queste parole, il tuo cervello filtra movimenti, suoni, rumori, odori e altri elementi che potrebbero distrarti. Se ti interrompi un attimo e presti attenzione, noterai che in sottofondo c’è il rumore del condizionatore (o delle cicale che cantano, o qualche altro rumore a cui fino a questo momento non avevi prestato attenzione). Potresti anche notare che il modo in cui sei seduto non è del tutto confortevole o che hai un po’ di caldo (o freddo), o che le scarpe ti stringono o che nella stanza c’è odore di chiuso.
Finora non ci avevi prestato attenzione a causa del processo di cancellazione operato dal cervello. In ogni momento della giornata i nostri cinque sensi percepiscono contemporaneamente decine di informazioni, se dovessimo prestare attenzione a tutte, ne saremmo rapidamente sopraffatti. Per questo motivo il nostro sistema nervoso si concentra su ciò che è veramente interessante/importante e cancella tutto il resto.
Puoi fare un esperimento tu stesso: guarda il video e poi rispondi alla domanda.
Avvertenze:
- per quanto si tratti di una pubblicità apparsa in TV, il video è un po’ “pruriginoso” e potrebbe non essere adatto ad ogni tipo di pubblico;
- Dopo averlo avviato, togli il mouse dal riquadro del video.
Porta qui il mouse (o fai tap se stai usando un cellulare) e poi rispondi alla domanda
La domanda è questa: “Quanti anni ha il regista del video?”
“E come faccio a saperlo?” dirai tu.
OK, scherzavo, la vera domanda è: “Chi canta la canzone Be Italian che fa sa sottofondo al video?”
“Ma allora ci risiamo!”
No, in questo caso no. Se riguardi il video, noterai che nella fascia nera al di sotto delle immagini scorre il testo: “Be Italian – Cover by www.extrabeat.it”. Solo che forse non l’hai notato.
Se invece l’hai notato, considera la possibilità che ciò sia dovuto al fatto che hai prestato particolare attenzione, perché sapevi che dopo ci sarebbe stata una domanda e che in condizioni “normali” la tua mente avrebbe potuto tranquillamente rimuovere la scritta scorrevole.
In ogni caso, finché guardavi il video scommetto che non hai più prestato attenzione ai rumori esterni di sottofondo o al fatto che le scarpe ti stringono…
Per la vita di tutti i giorni, la consapevolezza che la mente si concentri su alcuni aspetti e trascuri (filtri) gli altri, ci dice che quando vediamo tutto rosa o tutto nero, significa che ci stiamo concentrando solo su certi aspetti della realtà e cancellando gli altri (in altre parole stiamo scegliendo di guardare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto).
La generalizzazione
Il processo di generalizzazione permette di creare una regola generale a partire da un fatto particolare. E’ il medesimo processo che porta alla formazione delle mappe (vedi il capitolo Come si formano le mappe nel post Cos’è una mappa).
Al pari della cancellazione, la generalizzazione è un processo enormemente utile, ma al contempo rischia di fornire modelli impoveriti della realtà e di conseguenza limitare la capacità di azione della persona (questo tema è trattato nel post Le mappe limitanti). Nel disegno che segue il modello dei colori “maschile” è molto più limitato di quello “femminile”:
La deformazione
Al fine di risparmiare energia, il cervello umano cerca di ricondurre le esperienze correnti ad esperienze note (o meglio: alle mappe relative ad esperienze note), per far ciò a volte deve deformare/cancellare alcuni aspetti dell’esperienza corrente.
Il video seguente ci permette di sperimentare la deformazione operata dalla mente umana (non l’ho trovato in lingua italiana, ma non è grave, in quanto si tratta di osservare):
Hai notato qualcosa di particolare nel video? Prova a riguardarlo , poi porta qui il mouse (o fai tap se stai usando un cellulare) per vedere la risposta.
La particolarità è questa: il croissant di Julia Roberts è diventato una frittella.
A quanto pare, la nostra mente non “afferra” i cambiamenti molto rapidi, perché tende a dare continuità a ciò che percepisce.
Facciamo un altro esempio: osserva le carte da gioco presentate in questo video, poi prova a rispondere alle domande.
Hai visto una sequenza di 8 carte da Ramino, ciascuna esposta per due decimi di secondo. Le hai riconosciute tutte? Hai notato delle anomalie? Se io ti dicessi che una delle carte è stata contraffatta, sapresti dire qual è e che cosa è stato modificato? Se vuoi, puoi riguardare il video, oppure passare al prossimo video, dove le carte vengono esposte per un tempo circa doppio.
Hai visto la stessa sequenza di carte, ma stavolta ciascuna è stata esposta per mezzo secondo. Hai trovato la carta contraffatta? Era presente anche nel primo video (puoi controllare), ma forse non ci avevi fatto caso.
Hai trovato anche la seconda carta contraffatta? Se vuoi, puoi riguardare il video, oppure passare al prossimo video, dove le carte vengono esposte per un tempo doppio.
Hai visto la stessa sequenza di carte, ma stavolta ciascuna è stata esposta per un secondo. Dovresti aver trovato anche la seconda carta contraffatta, se così non fosse, riguarda il video e presta attenzione al fatto che il 4 di cuori è di color nero (invece che rosso) e il 7 di picche è di colore rosso (invece che nero).
Forse hai riconosciuto le carte contraffatte già nel primo video, ma tieni presente che non tutti ci riescono, per il motivo che il nostro cervello tende a ricondurre le esperienze correnti a modelli di esperienza passate. Magari hai creduto che il 4 di cuori fosse un 4 di picche, oppure l’hai identificato come 4 di cuori, in entrambi i casi il tuo cervello ha deformato ciò che hai visto per ricondurlo a ciò che già conosceva.
La deformazione gioca un ruolo importante nel mantenimento delle mappe relative ad esperienze note.
(durante l’esercizio non hai più fatto caso ai rumori presenti nel tuo ambiente, o alle scarpe che ti stringono, vero?)
Le mappe sono soggettive
Le mappe sono legate all’esperienza personale e quindi sono soggettive e rappresentano uno specifico punto di vista: il nostro.
Sappiamo bene che, soprattutto in fatto di gusti, possono esistere punti di vista diversi. Tuttavia siamo portati a pensare che, tra i diversi punti di vista quello “giusto” sia uno solo (tipicamente il nostro), ovvero che ci sia “un’unica realtà” e punti di vista (quelli degli altri) limitati. L’idea che possano esserci due punti di vista tra loro discordanti eppure entrambi “giusti” (ovvero ci siano “più realtà”) ci fa storcere il naso.
Se cerchi “punti di vista immagini” su Google, troverai una carrellata di vignette relative al fatto che la realtà può apparire diversa, sulla base del punto di vista da cui la si guarda. Voglio però proporti di fare un esercizio per certi versi sorprendente:
L’illusione della ballerina
Osserva bene l’immagine della ballerina: sta ruotando in senso orario o antiorario?
Supponiamo che tua abbia detto “ovviamente in senso orario!” ed io invece affermi il contrario (o viceversa, è indifferente).
Mi prenderesti per sciocco, o penseresti che ho problemi di vista, oppure che sono in malafede, no?
Tanto più io insistessi sul fatto che ruota nel verso opposto a quello che dici tu, ti invitassi ad osservare meglio la figura, trovassi altre persone che concordano con me, tutto questo non servirebbe a niente, al massimo ti convinceresti che c’è in atto una congiura contro di te e il tuo buon senso.
Adesso guarda il filmato.
Ecco che la ballerina ruota (anche) nel senso opposto a quello che avevi inizialmente visto. Avevamo entrambi ragione, incredibile no?
A quanto pare, il senso di rotazione che viene riconosciuto per primo ha a che fare con l’emisfero dominante del cervello.
L’illusione della moglie e la suocera
Ti propongo anche un secondo esercizio. Questa volta vedrai ciò che sei stato condizionato a vedere e -se non conosci già l’illusione- sarà un’esperienza senz’altro interessante. Si tratta di un esercizio suggerito da Stephen Covey nel suo libro “Le 7 regole per avere successo”.
Sul web l’esercizio è riproposto qui.
Fai l’esercizio prima di procedere con la lettura
Hai visto entrambe le figure? Se non ci sei riuscito, guarda questo video:
Per capire il contesto in cui è inserito l’esercizio, puoi accedere ad un’anteprima del libro. Fai così: ai su https://books.google.it/, scrivi “7 regole per avere successo il potere di un paradigma” nella casella di ricerca e premi invio, dovresti ottenere una pagina di risultati simile a questa:
Clicca su anteprima e leggi il capitolo “Il potere di un paradigma” (attenzione: l’anteprima del libro non riporta la figura della donna anziana).
Nota: l’illusione ottica utilizzata da Covey è nota come “La moglie e la suocera“.
Il terzo assioma della comunicazione umana
Si potrebbe dire che le illusioni sono create apposta per essere equivoche, ma che la realtà è ben diversa e non si può equivocare.
Un caso di punti di vista diversi, in cui due persone hanno entrambe ragione, questa volta tratto dalla vita reale, è quello che rappresenta il terzo assioma della comunicazione umana:
supponiamo che una coppia abbia un problema coniugale di cui ciascun coniuge è responsabile al 50%: lui chiudendosi passivamente in se stesso e lei brontolando e criticando. Quando spiegano le loro frustrazioni, l’uomo dichiara che il suo chiudersi in se stesso è la sua unica difesa contro il brontolio della moglie, mentre lei critica il marito a causa della sua passività, ritenendo la spiegazione del marito una distorsione grossolana e volontaria di quanto “realmente” accade nel loro matrimonio; sia il marito che la moglie dichiarano soltanto di stare reagendo al comportamento del partner senza rendersi conto che essi a loro volta influenzano il partner con la loro reazione.
Paul Watzlawick – “Pragmatica della comunicazione umana (paragrafo 2.42)
Le mappe sono parziali (limitate al minimo indispensabile)
Il mondo è complesso e la mente umana ha dei limiti. Per svolgere le nostre normali attività quotidiane abbiamo bisogno di conoscere molte cose con un “livello minimo” di precisione (ciò che è strettamente necessario conoscere dell’argomento), dando per scontato tutto il resto.
Immagino che tu abbia modo di usare lo smartphone. Probabilmente non sai che versione di sistema operativo è installata sul tuo apparecchio (e forse non sai neppure cos’è un sistema operativo), ma ciò non ti impedisce di utilizzarlo; non sai neppure come funziona la rete mobile, ma sai dire se “c’è campo” oppure no e tanto ti basta. in caso di problemi, sai che puoi rivolgerti a chi ne sa più di te.
Tutto ciò che hai imparato su come funziona il tuo smartphone (perché qualcuno te l’ha insegnato o per esperienza diretta) costituisce la tua “mappa” su quest’argomento. Sai tutto sul funzionamento del tuo cellulare? No: sai il minimo che ti basta per usarlo per i tuoi scopi. La tua mappa quindi è parziale, ma funzionale.
Fonti
Il concetto “La mappa non è il territorio” è stato trattato anche da Gregory Bateson nel libro “Mente e natura” (capitolo “2. Ogni scolaretto sa che…”, paragrafo “2. La mappa non è il territorio e il nome non è la cosa designata”) . L’autore sottolinea la distinzione tra la rappresentazione della realtà e la realtà stessa; spiega inoltre come le nostre mappe mentali o concettuali del mondo non siano il mondo reale, ma solo una nostra interpretazione soggettiva di esso. Pertanto, è importante ricordare che le nostre percezioni e le nostre interpretazioni non sono la realtà oggettiva, ma piuttosto una forma di filtro attraverso cui percepiamo il mondo.