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Cos’è l’analisi transazionale

L’Analisi Transazionale, è una teoria psicologica, elaborata da Eric Berne negli anni 50. E’ finalizzata ad aiutare le persone a conoscere, capire ed eventualmente modificare i propri comportamenti. L’Analisi Transazionale comprende: l’Analisi strutturale; l’Analisi delle transazioni (analisi transazionale propriamente detta); lo studio delle strutturazione del tempo (in particolar modo dei Giochi); lo studio dei Copioni. […]
Articolo pubblicato il: 18/05/2022
Un uomo e una donna discutono tra loro, simbolo delle transizioni nella comunicazione

Foto di Vera Arsic da Pexels

Foto dello psicologo Eric Berne

L’Analisi Transazionale, è una teoria psicologica, elaborata da Eric Berne negli anni 50.

E’ finalizzata ad aiutare le persone a conoscere, capire ed eventualmente modificare i propri comportamenti.

L’Analisi Transazionale comprende:

  • l’Analisi strutturale;
  • l’Analisi delle transazioni (analisi transazionale propriamente detta);
  • lo studio delle strutturazione del tempo (in particolar modo dei Giochi);
  • lo studio dei Copioni.

Im questo articolo vengono trattati solo i primi due aspetti.

Gli stati dell’io

Grafico del Modello GAB, formato da te cerchi sovrapposti, contenenti ciascuno uno dei tre stati dell'io
Modello GAB – Immagine tratta dal libro “Io sono ok, tu sei ok”, di Thomas A. Harris

L’oggetto primario dell‘Analisi transazionale è lo studio degli “Stati dell’io“, definiti da Berne come un insieme di comportamenti, pensieri ed emozioni tra loro collegati.

Ogni essere umano presenta tre tipi di stato dell’io:

  • Il Genitore (G), suddiviso nel Genitore Affettivo e nel Genitore Normativo (o Critico);
  • l’Adulto (A);
  • il Bambino (B), suddiviso nel Bambino Adattato e nel Bambino Libero.

Ogni nostro comportamento, pensiero o emozione avviene all’interno di uno dei tre stati. Avere consapevolezza dell’esistenza e delle caratteristiche di ciascuno stato ci permette di:

  • utilizzare quello più appropriato in un dato momento;
  • riconoscere quale stato è attivo nel nostro interlocutore ed interagire in modo appropriato,

Iniziamo a conoscere gli Stati dell’io

Immaginiamo di camminare lungo un marciapiede in una giornata di pioggia, davanti a noi cammina un’altra persona. All’improvvisto un’auto passa sopra una pozzanghera schizza d’acqua noi e l’altra persona. Quest’ultima, per scansarsi, scivola e cade a terra.

  • Immediatamente andiamo a porgere aiuto: “Aspetti, l’aiuto. Tutto bene?”. Siamo entrati nello stato dell’io Genitore (per l’esattezza, del Genitore “amorevole”).
  • L’altra persona si rialza e ci assicura che va tutto bene. Finita la piccola emergenza, prestiamo attenzione ai nostri abiti bagnati di acqua sporca, avvertiamo tutto lo sgomento e l’imbarazzo dovuto a questa sgradevole situazione e pensiamo: “Povero me, guarda come sono ridotto”. Siamo entrati nell’ stato dell’io Bambino.
  • subito dopo il nostro pensiero va al guidatore che ha causato tutto ciò e ci sentiamo pervadere da un sentimento di collera: “Ma è il modo di guidare? Non l’ha vista la pozzanghera? Non poteva andare più piano? Se mi capita a tiro, gliene dico quattro!”. Adesso siamo passati nello stato dell’io definito Genitore (in particolare del Genitore “normativo”).
  • Infine ci poniamo delle domande su come uscire dalla fastidiosa situazione: “E adesso cosa faccio? Qual è la reale entità del danno? Quanto tempo impiegherei a tornare a casa a cambiarmi? O resto così e pazienza? Oppure entro in un negozio e prendo degli abiti puliti? Ho soldi con me?”. Siamo passati allo stato dell’io definito Adulto.

Come avrebbe reagito ciascuno di noi in questa situazione? Si sarebbe manifestato il Genitore amorevole verso l’altra persona? O si sarebbe manifestato prima di tutto il Genitore normativo, che criticava il guidatore imprudente? O si sarebbe manifestato invece il Bambino, che sarebbe rimasto a rimuginare sul fatto che le strade dovrebbero essere senza pozzanghere e che la giornata stava andando di male in peggio?

Analisi strutturale

L’Analisi strutturale esamina gli elementi che compongono e caratterizzano i diversi Stati dell’io e come questi operano nella “comunicazione interna” del singolo individuo (dinamiche intrapsichiche).

Genitore

Nello stato dell’io Genitore sono presenti tutti gli insegnamenti ricevuti

Le caratteristiche del Genitore sono:

Il Genitore non si basa su quanto avviene qui e ora (compito dell’Adulto), ma sulle regole non criticabili impartite alla persona, quand’era molto piccola (fino ai cinque anni).

Nel Genitore risiedono i dogmi, i principi, i divieti. ma anche il “modo giusto” per fare qualcosa;

il Genitore non ammette critiche o discussioni; è sede del pre-giudizio su: è bene/è male; è giusto/è ingiusto; si può/non si può; si deve/non si deve

Il Genitore compare quando si deve insegnare qualcosa a qualcuno (soprattutto ai figli, o ai dipendenti)

Il Genitore interno può insegnare al (“sgridare” il) Bambino interno (dialogo interiore di una persona)

I “dogmi” del Genitore sono utili “mappe” che ci permettono di orientarci sul territorio delle relazioni umane.
Con un problema: le mappe NON SONO Il territorio!

La principale funzione del Genitore è quella di salvaguardare la persona dai pericoli non immediatamente percepibili dal Bambino (“Guarda prima di attraversare la strada. Non accettare caramelle dagli sconosciuti…”).

Nello stato dell’io che chiamiamo “Genitore” il soggetto pensa, agisce, parla e reagisce proprio come faceva uno dei suoi genitori (o figure genitoriali) quando era piccolo.

Esso è attivo ad esempio nell’educazione dei propri figli.

Anche quando il soggetto non manifesta di fatto questo stato dell’io, esso condiziona il suo comportamento come “influenza parentale” e assume le funzioni di una coscienza.

Il Genitore è un insieme enorme di “registrazioni” contenute nel cervello, di eventi esterni, indiscussi o imposti, assorbiti da una persona durante gli anni dell’infanzia, in un periodo che abbiamo fatto coincidere all’incirca con i primi cinque anni di vita.

Tale periodo precede la nascita sociale dell’individuo, quando questo lascia la casa per rispondere alle richieste della società, e fare il suo ingresso nella scuola

Il termine di Genitore è quello che meglio descrive questi dati, in quanto i “nastri” più significativi sono quelli forniti dall’esempio e dalle asserzioni dei genitori reali o dei loro sostituti.

Nel Genitore è registrato tutto ciò che il fanciullo ha visto fare o udito affermare da parte dei propri genitori.

Tutti hanno un Genitore, in quanto tutti hanno assorbito stimoli esterni nei primi cinque anni di vita.

Ogni persona ha un Genitore specifico, poiché questo è la registrazione di quell’insieme di esperienza infantili unico per ogni persona.

Il Bambino

Il Bambino è la componente “essenziale” della persona

è la sede degli stati d’animo: emozioni (passione, odio, paura, gioia, dolore, piacere) e sentimenti

è curioso, esploratore, creativo, spensierato, gioioso. Corre, salta, gioca, grida, tocca, sbatte, si diverte, si esprime con il movimento.

è anche egoista, vuole e vuole subito, con ogni mezzo; un piccolo tiranno

è sede della insicurezza e del senso di inadeguatezza (i genitori sono OK, io sono NON OK);

La persona reagisce a questa frustrazione attraverso la ricerca di “carezze” (in inglese strokes), o “conferme”:

  • fisiche
  • psicologiche interne (soddisfazione di sé, quando il Genitore dice “come sei bravo!”)
  • psicologiche esterne (ricerca di attenzione e di considerazione; agisce affinché gli altri gli dicano “come sei bravo!”)
  • attraverso il Gioco “Il mio è migliore” (AH-AHA)

NB: uno stroke negativo (rifiuto) è meglio di nessuno stroke (disconferma)

Ogni individuo ha dentro di sé un bambino o una bambina che sente, agisce, parla e reagisce proprio come quando il soggetto era di fatto un bambino o una bambina.

Questo stato dell’io è appunto quello che chiamiamo il Bambino.

Il Bambino non è considerato “puerile” o “immaturo” (che sono aggettivi usati dal Genitore), ma proprio e solo “bambino”, cioè come un bambino di una età che varia, in circostanze normali, dai due ai cinque anni.

L’adulto

Lo stato dell’io in cui l’individuo giudica oggettivamente il suo ambiente, e valuta le sue possibilità e le sue probabilità di riuscita in base all’esperienza passata, viene chiamato stato dell’io Adulto o più brevemente Adulto.

L’Adulto funziona come un computer.

L’Adulto ha il compito di verificare se le istanze del Genitore e del Bambino sono appropriate per la situazione, e agire di conseguenza:

  • in questa circostanza, il mio Genitore ha ragione?
  • in questa circostanza, le esigenze che il mio Bambino manifesta, possono essere soddisfatte?

La formazione degli stati dell’io

Gli stati dell’io sono . La loro formazione avviene già dalla prima infanzia.

Prima ancora che il bimbo (userò il termine “bimbo” per indicare un soggetto -invece che “bambino”- per evitare di confonderlo con lo Stato dell’io Bambino) inizi a comprendere ed usare le parole, nello stato dell’io Bambino vengono registrate le sensazioni di piacere (ad esempio quando viene abbracciato dalla mamma) e dispiacere (ad esempio quando ha fame o è stanco).

Nella primissima infanzia il bambino scopre se stesso e il mondo: impara a usare le mani per afferrare (e portare alla bocca) le cose, impara a usare la voce, poi impara a gattonare e a camminare. Tutte le sensazioni di gioia per le nuove scoperte sono registrate nello stato dell’io Bambino I genitori soni sempre presenti e soccorrevoli, lo sfamano e lo coccolano, lo confortano quando piange o si fa male,

Durante l’infanzia il bambino apprende dai genitori (e anche dalle altre figure genitoriali: i nonni, gli educatori, ecc.) un serie di norme: come ci si deve comportare quando si è con altre persone, quali sono le regole igieniche, quali sono i rischi da evitare, quali sono i doveri da rispettare e così via.

Rispetto a tali norme, il comportamento del bambino viene premiato (ad esempio sotto forma di elogio: “Bravo, hai fatto bene”) quando è conforme, o punito (“Vai in camera tua, in castigo!”) in caso contrario.

L’adeguamento alle norme da parte del bambino non è facile ed è normale che i genitori si si trovino a dover ripetere una data norma più e più volte. E ciò può scatenare dei comportamenti esasperati: “Ancora? Ma devo ripeterti sempre le stesse cose? Possibile che tu non riesca…”.

Tutti gli insegnamenti ricevuti vengono registrati nel Genitore normativo (del bimbo). Contemporaneamente, lo stato d’animo conseguente a premi e punizioni viene registrato nel Bambino (sempre del bimbo). Nel caso di un premio si sentirà adeguato alle aspettative che i genitori hanno su di lui e ne sarà felice (“ok”), in caso contrario si sentirà inadeguato e quindi infelice (“non-ok”). Più il rimprovero ha toni accesi (la classica “sgridata”) tanto più nel Bambino sarà registrata una sensazione non-ok.

Invece, il comportamento dei genitori quando le figura genitoriali sono soccorrevoli, quando il

Con la crescita e la possibilità di muoversi, ha inizio il suo processo educativo, arrivano gli insegnamenti e i primi divieti: “no, non si tocca!”, Dato che il bimbo i rimproveri, le punizioni.

Analisi transazionale

L’Analisi transazionale esamina come gli Stati dell’io intervengono nella relazione con le altre persone.

L’unità del rapporto sociale si chiama transazione.

Se due o più persone si incontrano in un aggregato sociale, prima o poi qualcuno (agente o colui che agisce) si deciderà a parlare o a dar segno in qualche modo di essersi accorto della presenza altrui.

Questo è lo stimolo transazionale (stimolo).

L’altro (colui che reagisce), o gli altri, diranno o faranno qualcosa che sarà in qualche modo in rapporto con lo stimolo: e questa è la reazione transazionale (reazione).

L’analisi transazionale, nella sua forma più semplice, si preoccupa di diagnosticare quale stato dell’io ha provocato lo stimolo transazionale e quale ha messo in moto la reazione transazionale.

•Da quanto abbiamo detto finora, risulta chiaro che in un rapporto fra due persone sono coinvolti sei stati dell’io, tre per ogni persona, come risulta dalla figura:

Esempio di diagramma transazionale
Esempio di diagramma transazionale

Poiché gli stato dell’io differiscono tra loro proprio come le persone reali, è importante sapere quale stato dell’io agisce in ognuna delle due persone quando ha luogo il rapporto.

iò che accade può essere dunque rappresentato da frecce tracciate fra i due soggetti del diagramma:

Esempio di diagramma transazionale con frecce parallele
Esempio di diagramma transazionale con frecce parallele

Nelle transazioni più semplici le frecce risultano parallele, e queste sono le transazioni complementari.

Ci possono essere nove tipi di transazioni complementari.

Esempio di Transazione Adulto-Adulto:

  • Il chirurgo (agente), ricavando dai dati a sua disposizione che gli occorre un bisturi, tende la mano senza distogliere l’attenzione dal punto dove deve incidere e dice: “Bisturi”.
  • L’assistente (colui che reagisce) prende il bisturi, calcola energie e distanze e piazza l’impugnatura del bisturi nel punto esatto in cui il chirurgo se l’aspetta, esercitando pressione sufficiente affinché il chirurgo ne percepisca la posizione senza necessità di guardare la propria mano.

Esempio di Transazione Bambino-Genitore:

  • Il bimbo febbricitante chiede un bicchiere d’acqua
  • La madre che lo assiste glielo porta.

La prima regola della comunicazione in Analisi Transazionale afferma che:

Fino a quando le transazioni rimangono complementari, con frecce parallele, le comunicazioni possono continuare all’infinito.

Il genere di transazioni che causa guai è la transazione incrociata.

L’esempio classico fornito da Berne è quello del marito che si rivolge alla moglie che sta nell’altra stanza: “Cara, dove sono i miei gemelli?” (uno stimolo dell’Adulto che vuole ricavare informazioni).

Una reazione complementare da parte della moglie sarebbe: “In alto a sinistra nel tuo cassettone”, oppure “Non li ho visti, ma ti aiuto a cercarli”.

Tuttavia, se la “cara” moglie ha avuto una giornata difficile e urla: “Proprio dove li hai lasciati l’ultima volta!”, l’esito è una transazione incrociata: lo stimolo proveniva dall’Adulto, ma la moglie ha trasferito la reazione al Genitore:

Diagramma con transazione incrociata AA-GB
Diagramma con transazione incrociata AA-GB

La seconda regola della comunicazione in Analisi Transazionale afferma che:

Quando stimolo e risposta si incrociano sul diagramma transazionale del G-A-B, la comunicazione si interrompe.

Marito e moglie non possono più parlar dei gemelli di lui; prima devono stabilire perché lui non rimette mai niente a proprio posto.

Se la reazione di lei fosse stata dettata dal Bambino (“Perché ti devi sempre rivolgere a me gridando?”), si sarebbero cacciati nello stesso vicolo cieco:

Diagramma con transazione incrociata AA-BG
Diagramma con transazione incrociata AA-BG

Curiosità

Il contributo di Penfield

Wilder Penfield (1891 – 1976) è stato un neurologo canadese. E’ stato tra i primi ad applicare la stereotassi, tecnica che consiste nello stimolare selettivamente zone assai piccole di tessuto nervoso cerebrale per mezzo di elettrodi.

Applicando questa tecnica fece una sorprendente scoperta: la stimolazione di determinate aree cerebrali provoca la rievocazione di ricordi, ossia può far rivivere con grande chiarezza avvenimenti del tutto dimenticati, talvolta con le sensazioni (suoni, odori,…) ad essi associati

(il testo in questo riquadro è tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Wilder_Penfield).

Sulla base ai suoi studi, Penfiled concluse che:

  • il cervello funziona come un registratore a nastro ad alta fedeltà;
  • gli stati d’animo associati ad esperienze trascorse sono anch’essi registrati e legati inestricabilmente a dette esperienze;
  • queste esperienze registrate ed i sentimenti associati ad esse possono essere rievocati oggi nella stessa forma incisiva in cui avvennero.

(il testo in questo riquadro è tratto dal libro “Io sono ok, tu sei ok” di Thomas Harris – alle pagg 37 e 38 nella quarta edizione bestBUR del 2015).

Cinema

Inside Out e i ricordi con i colori delle emozioni

Trailer del film Inside Out

Chi ha visto Inside Out, il film di animazione sulla mente umana, ricorderà che le esperienze vissute da Riley (la ragazzina protagonista) vengono salvate nella memoria con il colore di una delle cinque emozioni principali.

Gli stati dell’io in Harry Potter

Nella saga di Harry Potter i tre protagonisti principali rappresentano i diversi stati dell’io. Analizziamo una situazione emblematica tratta dal primo libro:

Video tratto dal film “Harry Potter e la pietra filosofale” del 2001, diretto da Chris Columbus.
PersonaggioFotoCosa dice nel filmatoCaratteristiche del personaggio
HermioneE’ un po’ presto per la posta, no?Miss perfettina, sa tutto, conosce tutte le regole e le osserva scrupolosamente, inoltre pretende che le osservino anche i suoi amici.
Rappresenta lo stato dell’io Genitore (normativo).
HarryMa io non ricevo mai posta.Vuole capire, pone domande, valuta le situazioni, prende decisioni.
Rappresenta lo stato dell’io Adulto.
RonDai, apriamo.E’ il più istintivo del gruppo, il più emotivo. Quando c’è da stupirsi o spaventarsi è quello che si stupisce o spaventa più di tutti gli altri.
Rappresenta lo stato dell’io Bambino.

Fonti

Il libro Motivazione e personalità
di Abraham H. Maslow.

Il libro Verso una psicologia dell'essere
di Abraham H. Maslow.

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Scritto da: Alberto

Classe 1962, vivo da sempre a Padova. Lavoro nel settore dell'informatica e da alcuni anni mi interesso di Web development. Mi riconosco negli ideali del Vangelo e in quelli della sinistra, così come li ha descritti Pier Luigi Bersani nella trasmissione "Vieni via con me".

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