- Direi che è tutto pronto… ciao papà, io vado!
- …
- Perché questo silenzio? Ce l’hai ancora con me?
- Lo sai che questa tua idea non mi è mai piaciuta.
- E quindi? Non dovrei partire? E tutti i tuoi bei discorsi sul valore della libertà?
- Va bene, va bene, adesso non rinfacciarmi le mie stesse parole.
E’ solo che questa tua idea non la digerisco.
E’ pericoloso, non lo capisci? - Certo che lo capisco, ma non posso fare finta di niente, chiudere gli occhi di fronte al bisogno di tutte quelle persone che sembrano non aver più speranza…
- E tu, da solo, cosa pensi di risolvere?
E poi tu non sei uno di loro, non pensi come loro, non vivi come loro. Sei uno straniero, sotto tutti i punti di vista.
Ci metteranno un attimo a capirlo. E a quel punto chi aiuterà TE? - Papà, quella gente soffre: se ne salverò anche solo uno, ne sarà valsa la pena.
- E’ inutile parlare con te. Vieni qua. Abbracciami.
- Papà! Così mi soffochi!
Ma… stai piangendo?
Ma dài! Questo non è un addio. - Lo so, ma non posso fare a meno di stare in pensiero. Fatti sentire ogni tanto!
- Certo.
Ora vado davvero…
Ciao papà! - Ciao Gesù!
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.
LC 2,14
Buon Natale!
Note
Racconto liberamente tratto dal brano di vangelo di Luca LC 2,6-2,7.