1. Home
  2. Vita
  3. Senso della vita
  4. Cos'è la piramide dei bisogni di Maslow

Cos’è la piramide dei bisogni di Maslow

La piramide di Maslow suggerisce che è necessario soddisfare i bisogni degli stadi inferiori prima di passare a quelli degli stadi superiori.
Articolo pubblicato il: 10/02/2017

La piramide dei bisogni di Maslow è una rappresentazione grafica su cinque livelli dei bisogni degli esseri umani. La struttura a piramide indica che i bisogni hanno una gerarchia: quando i i bisogni di un determinato livello non sono soddisfatti, la persona è dominata da quella necessità e concentra le sue energie su quel livello, trascurando i livelli superiori. Per questo motivo i bisogni alla base della piramide sono i più “prepotenti”.

Nell’esperienza quotidiana ciò significa, ad esempio, che se una persona è stanca o affamata (si tratta di bisogni del primo livello), difficilmente sarà disponibile ad ascoltare il/la partner, mentre questi espone i problemi della coppia (bisogno del terzo livello). Potrà affrontare la questione solo dopo che avrà riposato/mangiato.

Allo stesso modo, se il posto di lavoro di una persona è in pericolo (bisogno del secondo livello) difficilmente presterà attenzione ad un discorso sul rischio di estinzione del pesce spatola cinese, o a qualunque altro discorso inerente i bisogni dei livelli superiori.

Breve biografia di Abraham Maslow

Abraham Harold Maslow
  • Abraham Harold Maslow nasce a Brooklyn (New York) l’1 aprile 1908, primo di sette figli di una famiglia di immigranti ebrei di origine russa.
  • Presso l’Università del Wisconsin consegue: il Bachelor nel 1930, il Master nel 1931 e il dottorato (PhD) nel 1934.
  • Nel 1943 pubblica sulla rivista Psychological Review l’articolo “A Theory of Human Motivation” (la Teoria della Motivazione Umana), in cui viene esposta per la prima volta la gerarchia dei bisogni.
  • Dal 1951 al 1969 è a capo del dipartimento di psicologia dell’università Brandeis, a Waltham nel Massachusetts.
  • Nel 1954 viene pubblicata la sua prima importante opera: “Motivation and Personality” (Motivazione e personalità), in cui viene sviluppata la teoria alla base della Piramide dei bisogni. Il libro sarà ampiamente riveduto dall’autore nel 1970.
  • Nel 1962 viene pubblicata l’altra sua opera principale: “Toward a Psychology of Being” (Verso una psicologia dell’essere), di cui verrà pubblicata una seconda edizione nel 1968. In questo libro Maslow utilizza studi sulle esperienze e i momenti più sani nella vita delle persone comuni per dimostrare che gli esseri umani possono essere nobili e creativi e che sono capaci di seguire i valori più elevati.
  • Sempre nel 1962 Maslow e un gruppo di psicologi riuniti sotto la sua guida, fondano l’Associazione della psicologia umanistica, definita da Maslow come la “terza forza” perché in netto contrasto con le due principali psicologie contemporanee, quella del comportamento e quella freudiana. La psicologia umanistica si distingue perché non si interessa tanto della malattia mentale, quanto della salute psicologica delle persone e dello sviluppo delle potenzialità individuali.
  • Dopo anni di malattia, muore per un infarto l’8 giugno 1970 a Menlo Park, in California.

La teoria della motivazione umana

E’ una teoria della personalità umana basata su una gerarchia dei bisogni, graficamente esposta nella “Piramide di Maslow“.

Secondo Maslow la motivazione è una condizione psicofisica di squilibrio omeostatico dell’organismo, indotta da un bisogno, che a sua volta può essere prodotto da una carenza, che spinge a una determinata performance per ripristinare l’equilibrio stesso (soddisfacendo il bisogno).

La gerarchia dei bisogni

Maslow sottolineò che l’incapacità di gratificare un bisogno si tradurrà in una disfunzione psichica o fisiologica: in pratica il bisogno rimarrà importante per la persona finché non verrà soddisfatto. Di contro, un bisogno che viene gratificato costantemente cessa di essere importante, e può aver luogo la crescita dell’individuo, mentre diventano importanti altri bisogni, meno primitivi.

Questo fa comprendere che la crescita sana consiste in uno spostamento dell’attenzione dai bisogni più primitivi a quelli più evoluti, cioè ai più umani.

Nella versione originale, che è rimasta la più nota, questa gerarchia conteneva cinque classi di bisogni, corrispondenti ai cinque livelli della piramide.

I cinque livelli della piramide

I cinque livelli della piramide possono essere raggruppati in tre sezioni:

  • i bisogni legati alla sopravvivenza fisica;
  • i bisogni legati alla sopravvivenza psicologica;
  • i fini superiori dell’individuo (autorealizzazione).
Piramide dei bisogni di Abraham Maslow
Piramide dei bisogni di Abraham Maslow – copyright albertosocial.it

I bisogni legati alla sopravvivenza fisica

Al primo livello sono collocati i bisogni fisiologici (‘physiological’ needs nel testo originale già citato), come mangiare, dormire, respirare, riscaldarsi, avere contatti sessuali.

Al secondo livello ci sono i bisogni di sicurezza (safety needs), intesi sia come protezione dai pericoli esterni, sia come avere una “sicurezza interiore”: avere una stabilità (avere un reddito, avere una casa), essere in salute, essere in grado di difendersi all’occorrenza, avere rassicurazioni rispetto alle proprie paure ed ansie, bisogno di ordine e regole (avere una routine regolare, in cui ci si sente a proprio agio: la giornata deve essere organizzata, la casa in ordine).

I bisogni legati alla sopravvivenza psicologica

Al terzo livello sono presenti i bisogni di affetto e di appartenenza (love needs), ovvero il bisogno di amici, di un partner, di avere dei figli, di far parte di una una famiglia o di un gruppo (i compagni di squadra, i colleghi, un club ecc.).

Il bisogno di affetto non riguarda tanto il desiderio di appagamento sessuale (che va collocato tra i bisogni fisiologici) quanto l’esigenza di dare e ricevere tenerezza.

Il bisogno di appartenenza si riferisce anche alla necessità di sentirsi parte di una comunità che condivide gli stessi valori e la stessa cultura e di possedere delle radici in un luogo particolare che sia quello in cui si è nati o in cui si è trascorsa parte della vita.

Al quarto livello ci sono i bisogni di riconoscimento sociale (esteem needs). Maslow distingue tra i bisogni di stima da parte degli altri e di autostima.

I primi riguardano il desiderio di reputazione o prestigio (inteso come rispetto o stima da parte delle altre persone), l’esigenza di avere attenzione, considerazione, riconoscimento per i risultati ottenuti.

I secondi si riferiscono all’esigenza di sentirsi forti, competenti, adeguati, indipendenti e liberi, fiduciosi di essere in grado di affrontare il mondo.

Nota: Il nome del quarto livello utilizzato in questo post (bisogni di riconoscimento sociale) non traduce esattamente il nome originale (bisogni di stima). Si veda a questo proposito quanto esposto al paragrafo Considerazioni su stima e autostima.

Il bisogno di autorealizzazione

Il bisogno di autorealizzazione (need for self-actualization) è il livello finale e rappresenta il più elevato dei bisogni. Secondo Maslow si tratta dell’esigenza di fare ciò per cui ci si sente predisposti, di sviluppare il più possibile i propri talenti, le proprie capacità e potenzialità.

Il soddisfacimento di questo bisogno è caratterizzato dal continuo concentrarsi sulla crescita personale, sulla risoluzione dei problemi, sull’apprezzamento della vita e sulle “esperienze di punta” per se stessi.

A differenza dei primi quattro livelli, in cui la persona è motivata da una carenza, che la spinge ad agire per ripristinare l’equilibrio (soddisfacendo un bisogno), la motivazione del quinto livello è legata al desiderio di sviluppare il proprio potenziale.

Secondo Maslow, la persona equilibrata non è motivata tanto dai bisogni dei primi quattro livelli, quanto dal bisogno di autorealizzarsi. Ad esempio, se invitata a pronunciarsi su una questione, una persona motivata dal quarto livello (bisogno di approvazione da parte degli altri) penserà: “cosa devo rispondere per fare bella figura?”, una persona motivata dal quinto livello invece penserà alla soluzione obiettivamente migliore.

Le caratteristiche della persona autorealizzata

Secondo Maslow, la persona autorealizzata:

  • Ha una maggiore accettazione di sé, degli altri e della natura. Anche se si riconosce imperfetta, ama se stessa e lavora per cambiare le abitudini negative.
  • E’ tollerante verso l’incertezza.
  • Ha una percezione più esatta ed efficace della realtà
  • E’ creativa.
  • E’ spontanea.
  • Nutre interesse per tematiche sociali e umanitarie.
  • E’ a proprio agio anche nella solitudine.
  • E’ capace di relazioni interpersonali profonde.
  • Non ha pregiudizi socio-culturali.
  • Resiste al conformismo pur rimanendo integrata al tessuto sociale
  • Ha un forte senso della morale
  • Vive esperienze culminanti (“esperienza di punta” o “peak experiences”) realizzate nella sfera mistica, religiosa, artistica o sessuale.

La rivisitazione della gerarchia

Nel 1970 Maslow portò i livelli della piramide ad otto, mantenendo invariati i primi quattro livelli, e sviluppando quattro livelli ulteriori:

  • i bisogni cognitivi (bisogni legati alla conoscenza, alla comprensione ed alla esplorazione);
  • i bisogni estetici (bisogni di equilibrio, simmetria, ordine e bellezza);
  • il bisogno di autorealizzazione (rimasto immutato, ma traslato dal 5° al 7° livello);
  • il bisogno di trascendenza, ovvero il desiderio di dare uno scopo alla propria vita e di superare i limiti della propria individualità attraverso pratiche religiose e spirituali.
    Include la necessità di aiutare gli altri a realizzarsi.

Questa revisione della piramide ha avuto meno fortuna della versione iniziale, più semplice ed intuitiva e perciò più efficace.

Tuttavia, il fatto stesso che l’autore abbia avvertito la necessità di modificare l’ultimo livello della piramide mette in luce una debolezza intrinseca di ciò che tale livello rappresentava, ovvero “cosa motiva le persone che hanno superato il bisogno di ottenere il riconoscimento da parte degli altri”.

Il nuovo livello finale, non più concentrato sulla singola persona e orientato al “senso dell’esistenza” apre la strada verso una riflessione sui principi morali che, in contrapposizione ai bisogni, motivano e guidano le persone, dando spessore e significato alla loro vita.

Considerazioni su stima e autostima

Rilevanza del bisogno di essere stimati dagli altri

Nel contesto di diffuso benessere in cui viviamo, le persone quotidianamente preoccupate di soddisfare i primi due livelli, ovvero che non sanno se oggi riusciranno a mangiare o non sanno dove dormiranno stanotte, sono una netta minoranza.

Allo stesso modo, la maggioranza delle persone ha modo di entrare in contatto e di relazionarsi con compagni di studio o di squadra, colleghi, persone della comunità parrocchiale, di un’associazione, un club o un partito. Sembrerebbero quindi una minoranza anche le persone quotidianamente preoccupate di soddisfare i bisogni del III livello.

Al contrario, il fare una buona impressione sulle altre persone sembra una preoccupazione diffusa e permanente: non ci basta far parte di un gruppo (III livello), vogliamo anche essere riconosciuti per le nostre capacità, vogliamo essere apprezzati, puntiamo ad «essere i migliori» in qualche specialità, o quanto meno quel tantino sopra gli altri  da suscitare la loro ammirazione.

Basti pensare al tempo speso dalle persone nel:

  • rendersi attraenti: curati, abbronzati, alla moda, con un fisico in forma, da “prova costume”;
  • esibire il proprio status: l’auto potente, i gioielli, i capi firmati, il club esclusivo, il lavoro “importante”, il ruolo di responsabilità assunto nella propria associazione o comunità. Persino nei cimiteri ci sono tombe più “importanti” di altre;
  • primeggiare in un’attività: nello sport, in cucina, nell’avere una cultura approfondita in uno specifico settore o nell’avere una conversazione brillante;
  • ricercare like sui social, esibendo foto del meraviglioso posto dove si sta trascorrendo la giornata o del meraviglioso piatto che si è preparato, o che ci si accinge a mangiare in un ristorante “in”.

Un altro elemento che mette in luce l’importanza del IV livello è il fatto che, se si vanno ad approfondire le ragioni che portano ad un litigio (in famiglia, tra amici, tra colleghi), si scopre che in moltissimi casi la motivazione riguarda un “attacco” al IV livello.

Fai tu stesso una prova, ripensa all’ultima volta a cui hai litigato o ti sei indispettita/o con una persona. Fatto? Vedrai che molto probabilmente è stato a causa di: un’offesa, una critica, una presa in giro, un consiglio non richiesto, del fatto che l’altra persona ci abbia interrotti mentre parlavamo, ci abbia contraddetti, non abbia risposto ad un nostro saluto o comunque ci abbia “snobbato”, ci costringa a ripetere le cose, non abbia apprezzato come avrebbe dovuto un nostro lavoro, ci stia sfruttando, non ci dedichi le attenzioni che dovrebbe, si sia messa su un piedistallo, sminuendoci.

Un altro esempio: se passando a fianco a due persone che stanno parlando tra loro, si intercetta qualche parola di quello che stanno dicendo, ci si accorge che in molti casi il tema della conversazione (soprattutto tra femmine, i maschi -sigh- parlano più che altro di pallone) riguarda proprio un “attacco” al quarto livello:

  • “… e sai cos’ha avuto il coraggio di dirmi?”
  • “… ma chi si crede di essere?”
  • “… ma se pensa che io me ne stia in silenzio”
  • “… ah, ma io non gliele mando certo a dire”

Qual è l’origine del bisogno di essere stimati dagli altri

Il morivo per cui le persone hanno tanto bisogno del riconoscimento sociale va ricercato nel senso di inadeguatezza del Bambino on OK.

Il rischio di restare “bloccati” al quarto livello

La preoccupazione di essere rispettati e ammirati dagli altri è un bisogno come gli altri e non costituirebbe di per sé un problema, se non fosse per un rischio: finché una persona è preoccupata di trovare conferme da parte degli altri (IV livello), non riesce a investire nel livello superiore, ovvero nella propria crescita personale, innescando un potenziale circolo vizioso: se non cresce, non si stimerà ed avrà maggior bisogno di conferme, restando “bloccata” al IV livello.

Come uscirne? Ovvero: come evitare di restare bloccati al quarto livello e potersi occupare della propria autorealizzazione?

L’autostima come antidoto al bisogno di essere stimati dagli altri

Osservando le caratteristiche individuate da Maslow nella descrizione della persona autorealizzata (ovvero che ha “superato” la necessità di piacere agli altri), si riconosce una persona consapevole del proprio valore, ovvero che ha un’alta autostima, un’elevata opinione di sé. Ma se l’autostima è compresa nel quarto livello, ci troviamo ancora una volta bloccati nello stesso livello da cui si voleva uscire…

L’autostima è davvero interna alla piramide dei bisogni?

Per quanto io riconosca che l’autostima sia un bisogno umano, sono personalmente critico nel posizionarla all’interno della piramide. Le premesse sono le seguenti:

  • maggiore è l’autostima di una persona, maggiore è il carisma che esercita verso le altre persone, rendendo più facile l’appagamento dei bisogni sociali, ovvero la necessità di essere accolto (III livello) e stimato (IV livello);
  • l’accoglienza e il riconoscimento da parte delle altre persone (feedback positivi) influenzano positivamente l’autostima (“se gli altri mi stimano, allora valgo”);
  • allo stesso modo, una mancata accoglienza/riconoscimento da parte delle altre persone (feedback negativi o assenza di feedback) influenza negativamente l’autostima di una persona, che avrà perciò più bisogno di essere accettato e apprezzato, innescando un potenziale circolo vizioso;
  • poiché ad un’elevata autostima corrisponde una elevata sicurezza interiore, non sembrerebbe azzardato immaginare il bisogno di autostima non tanto al IV livello (che a questo punto riguarderebbe il solo riconoscimento da parte degli altri) ma al II livello, che tratta il bisogno di sicurezza, anche interiore.
    Questa traslazione non rispetterebbe però la piramide: appagato il bisogno di autostima -traslato al II livello- la persona avrebbe minor necessità (e non maggior necessità) di appagamento ai livelli superiori (III e IV livello);
  • se l’autostima fosse realmente collocata al IV livello, le persone si preoccuperebbero di formarsi un’immagine di se stesse soltanto dopo aver appagato i bisogni di accoglienza da parte degli altri (III livello).

Conclusione

La mia opinione, pertanto, è che l’autostima, per quanto sia un bisogno e sia influenzata dai bisogni sociali e a sua volta li influenzi, non sia compresa in essi. Piuttosto, poiché l’autostima ha a che fare sia con la sicurezza interiore (II livello) che con l’immagine ideale a cui una persona tende (V livello), si può affermare che sia trasversale, ovvero esterna, all’intera piramide.

L’autostima, per il ruolo determinante nel superare i bisogni di IV livello e per il fatto di essere esterna alla piramide, merita una trattazione a se stante.

Ultimo aggiornamento: 2 agosto 2022.

Fonti

Il libro Motivazione e personalità
di Abraham H. Maslow.

Il libro Verso una psicologia dell'essere
di Abraham H. Maslow.

Vuoi dare il tuo contributo?

Vuoi aggiungere qualcosa a questo articolo, o vuoi saperne di più?
Utilizza il modulo nella pagina Contatti e saremo felici di risponderti.

Scritto da: Alberto

Classe 1962, vivo da sempre a Padova. Lavoro nel settore dell'informatica e da alcuni anni mi interesso di Web development. Mi riconosco negli ideali del Vangelo e in quelli della sinistra, così come li ha descritti Pier Luigi Bersani nella trasmissione "Vieni via con me".

Articoli recenti

Molte cartine geografiche aperte e gettate alla rinfusa su un ripiano

Cos’è una mappa

Il termine mappa viene utilizzato per indicare una rappresentazione interna alla nostra mente del mondo fuori e dentro di noi.

La struttura di un ponte vista attraverso una sfera di vetro appare rovesciata

La mappa non è il territorio

L'espressione "la mappa non è il territorio" mette in evidenza la discrepanza tra realtà (territorio) e percezione della realtà (mappa).

giovane pensieroso seduto a terra

Cos’è il Bambino non OK

Quali sono le conseguenze del senso di inadeguatezza che si imprime nello stato dell'io Bambino nei primi anni di vita ("Bambino non OK").

Primo piano di ragazza con occhiali rosa

Cosa sono gli occhiali rosa

Una persona "indossa gli occhiali rosa" quando prende in considerazione solo gli aspetti positivi di una persona che gli piace.

Intreccio di filo spinato

Le mappe limitanti

Dobbiamo eliminare le etichette (mappe) su noi stessi che abbiamo acquisito nel passato e che possono risultare limitanti per il presente.